di Saro Visicaro – Chi dovrebbe tutelare il patrimonio storico – artistico e il paesaggio? La nostra Costituzione, all’articolo 9, dice che dovrebbe essere compito della Repubblica. Quindi del Governo, delle Regioni attraverso le Soprintendenze, delle amministrazioni comunali, e così via.
Passeggiando per le strade di Messina, ma non solo, è difficile pensare che qualcuno si sia mai curato di tutelare qualcosa. La storia postbellica della nostra città è una storia di distruzioni e abbandoni. Di mancate valorizzazioni, di barbarie urbanistiche e di speculazioni immobiliari. L’elenco sarebbe lungo. Solo pochissimi esempi. La Cittadella e la Falce consegnate all’industria del petrolio che, notoriamente, si accompagna con il commercio delle armi e con la criminalità. Le antiche mura medievali sovrastate da costruzioni abusive di ogni tipo. I quattro castelli vandalizzati. Le opere ottocentesche e del novecento abbruttite e sfregiate come, per esempio, le Case Cicala. Oppure palazzi incantevoli abbattuti come il Convitto dei Gesuiti a piazza Cairoli o l’ex Peloro, Trinacria etc. Oppure tutto quello che avviene sui Colli Peloritani sempre più sottoposti ad atti di inaudita violenza edificatoria. Insomma una vera e propria distruzione della nostra cultura. Gli autori sono noti. Imprenditori rapaci, leggi autolesioniste come il silenzio – assenso, soprintendenti distratti o complici. Assenza totale di vigilanza. In questa città si compiono quotidianamente atti urbanistici osceni in luogo pubblico. Costruzioni abusive realizzate persino lungo i marciapiedi o su superficie stradale sia da gruppi finanziari potenti come da malavitosi da quattro soldi. Tutto è permesso. Sarebbe interessante conoscere quale sia l’attività di tutela messa in atto dall’arch. Rocco Scimone nella sua qualità di soprintendente. Essere informati, ad esempio, di eventuali denunce della Sovrintendenza oltre alla partecipazione ai vari convegni e alle parate istituzionali. Non si comprende bene, anzi si capisce benissimo, di come si possa invece rimanere inerti mentre il paesaggio e il patrimonio storico e artistico continuino ad andare in rovina. Di come l’articolo 9 della nostra Costituzione venga cancellato nella sostanza.
Adesso sta per arrivare la riforma dei Beni culturali lanciata dal governo Renzi con lo sblocca Italia. Prevede che le soprintendenze siano accorpate con le prefetture; la separazione tra tutela e valorizzazione dei Beni Culturali; il peggioramento dello stesso silenzio-assenso. Tutto ciò potrebbe portare al definitivo annientamento della cultura e del patrimonio artistico dell’Italia. Contro questo rischio un gruppo di personalità della cultura ha stilato un documento che è anche diventato il “manifesto” a sostegno di una manifestazione nazionale che si concretizzerà il prossimo sette maggio.
Messina rimarrà indifferente? Ci si lascerà inebriare da un “salvacolline” opaco per riempire il centro urbano di scempi architettonici? Si continuerà a vandalizzare patrimonio storico e paesaggio?