Quattro arrestati in carcere, cinque ristretti ai domiciliari ed una persona sottoposta ad obbligo di dimora nel comune di residenza: queste le persone coinvolte nell’operazione Pos Partout che ha portato alla luce un grosso giro di denaro sottratto ad ignari possessore di carte di credito che venivano clonate, e poi riciclato grazie alla compiacenza di un vicedirettore di Banca, Rosa Ciancio di Patti.
Le misure scaturiscono da complesse indagini svolte dal Commissariato P.S. di Patti, sotto la direzione del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Patti Maria MILIA, e si articolano attraverso attività tecniche (intercettazioni telefoniche ed ambientali), impegnative analisi di conti e documenti bancari nonché tradizionali servizi di osservazione. Si tratta di:
- Francesco VALENTI, commerciante edile di Rocca di Caprileone, [Custodia in Carcere]
- Marian NICOI , cittadino rumeno residente in Capo d’Orlando. [Custodia in Carcere]
- Dario VITELLARO, di Palermo; [Custodia in Carcere]
- Giuseppe CUSUMANO , di Alcamo (TP) [Custodia in Carcere]
- Basilio SPINELLA, imprenditore commerciale di Piraino [Arresti domiciliari];
- Rosario TERRIBILE di Rocca di Caprileone; [Arresti domiciliari];
- Florin BINDILEU, cittadino rumeno residente in Rocca di Caprileone [Arresti domiciliari];
- Rosa CIANCIO , bancaria di Patti [Obbligo di dimora].
L’attività investigativa ha preso le mossa da un episodio di tentata estorsione da parte di VALENTI e NICOI Marian ai danni di un artigiano di Patti, per indurlo al pagamento di una somma di € 2.500,00.
I successivi approfondimenti investigativi così avviati, anche attraverso l’ausilio di intercettazioni telefoniche e conversazioni tra presenti, ha reso possibile ricostruire l’esistenza di un’organizzata e strutturata associazione a delinquere che oltre a clonare le carte di credito si occupava del riciclaggio dei relativi proventi, “ripuliti” attraverso il ricorso a false operazioni commerciali, cioè pagando con dispositivi elettronici in favore di ditte commerciali rientranti nella disponibilità di sodali ed infine prelevati dai conti correnti, su cui finivano accreditati, grazie alla complice contiguità del funzionario della Banca stessa.
Le carte clonate utilizzate dagli arrestati – materialmente prodotte da CUSUMANO e VITELLARO – erano per lo più intestate ad ignare persone, generalmente residenti in lontanissimi luoghi extracontinentali (con le conseguenti difficoltà di una tempestiva ed efficace denuncia delle pur registrate irregolarità patite). Il più frequente sistema di illecito utilizzo di esse sperimentato dai criminali è risultato essere l’abusivo impiego sui dispositivi “Point of Sale” (POS) collegati alle ditte commerciali di taluno degli associati, onde inscenare fittizi acquisti di beni – presso i citati esercizi economici degli imprenditori indagati. Gli importi dei relativi pagamenti, accreditati così sui conti dei falsi venditori, venivano deliberatamente confusi tra i versamenti realmente imputabili alle transazioni commerciali quotidianamente censite dagli esercizi degli stessi: talora, peraltro, a giustificazione di dette transazioni illecite, venivano formati falsi scontrini e finti documenti fiscali.
I “soldi sporchi”, così indebitamente accreditati sui conti correnti degli associati e sapientemente nascosti tra gli altri, venivano poi prelevati dai titolari dei conti e divisi tra i sodali secondo quote partecipative all’illecita società ben determinate.
Le indagini dei poliziotti di Patti hanno permesso di acclarare inequivocabilmente che tali prelievi di somme rilevanti, “ripulite” con modalità che avrebbero dovuto sollevare i sospetti degli istituti bancari e le rituali segnalazioni previste dalla vigente normativa antiriciclaggio, nella realtà godevano di una silente corsia privilegiata grazie alla complice e fattiva compiacenza di una funzionaria di banca, estrinsecantesi in condotte tanto omissive (in ordine ai controlli ed alle segnalazioni di irregolarità rilevate) quanto commissive (con riguardo ad operazioni tecniche materialmente poste in essere per agevolare i prelievi stessi).
Il lavoro investigativo protrattosi per oltre sei mesi, ha permesso di ricostruire gli estremi di illecite “strisciate” relative a centinaia di carte di credito – in grandissima parte riconducibili a banche extraeuropee – ciascuna per importi normalmente attestati su 2 o 4 mila euro o multipli di essi e per un giro di affari approssimativamente stimabile – limitatamente al solo periodo vagliato – nell’ordine di mezzo milione di euro.
La complessità delle attività poste in essere dal sodalizio si accompagnava ad una altrettanto articolata struttura di esso, nel cui ambito sono risultati enucleabili ruoli e funzioni nettamente distinguibili.
Così gli inquirenti descrivono le responsabilità e i ruoli degli arrestati:
Francesco Valenti è certamente il promotore ed organizzatore delle attività illecite concretamente imputabili all’associazione: egli mette a disposizione le ditte commerciali e gli apparecchi POS con cui iniziare l’attività; ricerca e convince ulteriori complici da coinvolgere; rimuove i problemi connessi agli aspetti legali e fiscali delle transazioni elettroniche (ricorrendo alle false fatture) nonché quelli relativi ai prelievi in banca delle somme accreditate (intessendo rapporti con i funzionari bancari); divide i proventi.
Marion NICOI – qualificato da una marcata caratura criminale e dal ruolo di referente locale di plurimi malviventi stranieri – rappresenta il braccio destro e più stretto collaboratore di VALENTI Francesco, di cui tiene i contatti con taluni altri sodali (CUSUMANO e VITELLARO); egli mette a disposizione la propria casa (definita “Ufficio” dagli stessi indagati), nonché la relativa utenza telefonica; è impegnato materialmente nello spostamento e nell’impiego dei dispositivi di pagamento POS nonché nell’esecuzione di qualsiasi soluzione ideata da VALENTI per l’ottimizzazione dei proventi illeciti.
Dario VITELLARO (indicato quale “CAPO AREA”) è il soggetto di vertice che materialmente assicura la disponibilità delle carte e credenziali di credito, provenienti da circuiti illegali, da spendere in transazioni elettroniche illecite e che – talora, anche con la propria presenza fisica – cura l’assistenza tecnica per l’esecuzione di siffatte operazioni.
Giuseppe CUSUMANO è il soggetto che raccorda operativamente il ruolo di VITELLARO Dario (di cui rappresenta il più stretto collaboratore ed accompagnatore) con le attività illecite che materialmente competono agli altri sodali (i quali si rivolgono a lui soltanto per interloquire con VITELLARO e fruire della sua attività tecnica).
Basilio SPINELLA, mette a disposizione la propria organizzazione commerciale (nel campo del commercio alimentare) ed i propri dispositivi POS per impiegare illecitamente le credenziali di credito fornite dai sopra citati indagati: all’uopo, peraltro, egli ricorre ad inscenare finte vendite ed emettere false fatture per dissimulare le transazioni illecite realmente poste in essere. In tale contesto, ed in attuazione di precise e predeterminate intese procedurali con gli altri membri del sodalizio. SPINELLA non si fa scrupolo di utilizzare documenti di identità alterati ed intestati ad ignari soggetti (essi pure forniti dagli associati) nonché formalizzare presso le competenti autorità denunce del tutto fuorvianti e false.
Rosario TERRIBILE ha messo a disposizione i propri dispositivi di pagamento elettronico (POS) ed i propri conti correnti nonché la struttura commerciale che gli fa capo, per utilizzare illecitamente le credenziali di credito fornite dai sopra citati indagati e dissimulare le illecite captazioni di denaro attraverso le fittizie forme di false vendite di prodotti.
Florin BINDILEU , fratello di NICOI Marian, assicura la propria disponibilità operativa per il mantenimento ed il rafforzamento del sodalizio, con attività di vigilanza e custodia della casa/ufficio del fratello nonché di reperimento di ulteriori complici che si prestino a fungere da prestanome per la costituzione di ditte commerciali fittizie, cui intestare nuovi conti correnti bancari su cui operare illecitamente.
Rosa CIANCIO, quale vice direttrice di una Banca di Capo d’Orlando, attraverso l’omissione delle segnalazioni di operazioni sospette cui era obbligata e forzando personalmente le procedure di sicurezza interne all’istituto bancario, consente al VALENTI di prelevare il profitto di transazioni illecite effettuate tramite i suoi POS ed accreditati sui conti correnti della banca in cui la funzionaria è impiegata.
Altri due indagati destinatari di arresti domiciliari non sono stati rintracciati nel luogo di residenza e sono attivamente ricercati.
Inoltre, nell’indagine figurano due ulteriori indagate raggiunte da avviso di garanzia.