Continuano le indagini sullo sbarco dei migranti avvenuto all’inizio del mese scorso. Nei giorni scorsi sono iniziati gli incidenti probatori con l’esame di alcuni dei passeggeri che hanno sostenuto la pericolosa traversata del Mediterraneo.
La prima udienza camerale si è celebrata dinanzi al Giudice per le Indagini preliminari di Messina, Eugenio Fiorentino. Ancora una volta è emersa la terrificante realtà che accomuna i tanti profughi che affrontano il viaggio a bordo di imbarcazioni inadeguate senza alcuna misura di sicurezza. Un vero e proprio traffico di esseri umani.
Le storie di vita hanno delle analogie: le vittime di tratta riferiscono di aver intrapreso un viaggio dalla Libia verso l’Italia dietro pagamento di cospicue somme di denaro ai trafficanti. Tutti i testii hanno dichiarato di aver trascorso i giorni precedenti all’inizio del viaggio rinchiusi all’interno di alcuni capannoni, senza avere la possibilità di nutrirsi o anche semplicemente di bere. Alcuni sarebbero stati sottoposti anche a continue vessazioni fisiche e mentali. Durante la traversata oltre alle privazioni di cibo e bevande sarebbe stato negato dagli scafisti anche un salvagente da utilizzare in caso di problemi.
Alcuni testimoni sono assistiti dall’ avvocato Melita Cafarelli, responsabile della sede territoriale di Messina dell’Associazione Codici Sicilia, legale da anni vicina ai problemi legati all’immigrazione irregolare. Nel corso dell’udienza alcuni dei testi hanno manifestato il timore di essere sentiti in presenza degli indagati. I difensori hanno quindi chiesto che la trattazione del procedimento venisse rinviata ad altra data così da poter garantire loro la possibilità di essere sentiti con le modalità protette. Il Giudice per le Indagini Preliminari ha accolto la richiesta formulata dalle difese rinviando il procedimento al prossimo 18 marzo.
“Questi ragazzi che giungono nelle nostre città – afferma l’Avvocato Melita Cafarelli – in cerca di fortuna devono essere supportati sia sotto il profilo legale che sotto il profilo sociale. Anche l’Associazione Penelope, presente sul territorio messinese, si occupa di offrire assistenza diretta alle vittime di tratta aiutandoli a presentare, presso i competenti uffici, richiesta di protezione ai sensi dell’art. 18 D.Lgs. 286/1998 nonché offrendo supporto quotidiano anche di altra natura. Bisogna affrontare il problema principalmente sotto il profilo umano e tenere sempre ben presente che dietro ognuno di loro ci sono storie di disperazione che devono essere ascoltate e non considerati semplicemente come numeri”.
Il Segretario Regionale dell’Associazione Codici Sicilia, Avvocato Manfredi Zammataro, annuncia che “Codici si costituirà parte civile nel processo penale per poter essere al fianco delle vittime e per chiedere la condanna di tutti coloro che hanno utilizzato le loro disgrazie e la loro disperazione per creare un inaccettabile commercio della carne umana”.