Nessun allarmismo, ma a Messina i casi di brucellosi accertati, dichiarati dal Servizio di Epidemiologia dell’Azienda Sanitaria Provinciale, sono 30, di cui 4 casi sono sotto osservazione nell’Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive presso l’Azienda Ospedaliera Papardo.
Un focolaio che da Tipoldo (in occasione di una sagra con degustazioni di latticini freschi avvenuta lo scorso 22 febbraio) ha raggiunto tutta la zona sud, con casi registrati a Santa Margherita, Tremestieri, Mili.
Oggi a prendere la parola è il direttore generale dell’Asp, Gaetano Sirna, che in un comunicato dichiara: “relativamente ai casi di brucellosi umana verificatisi per consumo di latticini freschi non controllati, non confezionati e privi di etichetta durante una manifestazione tenutasi nella zona sud di Messina, si informa che per tutelare la salute dei consumatori sono stati disposti controlli più assidui nei luoghi di produzione e commercio di prodotti lattiero-caseari e negli allevamenti del territorio comunale”.
Il direttore generale dell’Asp ha dunque invitato i cittadini messinesi “ad astenersi dall’acquistare e consumare latte, ricotta e formaggi non confezionati e privi di etichetta, e pertanto non sicuri per l’alimentazione”.
La malattia si manifesta improvvisamente dopo 2-4 settimane dall’infezione. Il segno principale della malattia è la febbre, che, all’inizio è irregolare, remittente o intermittente (con sbalzi giornalieri, fino a 38-39 °C), e dopo qualche tempo, nei casi non trattati, diventa tipicamente “ondulante”, salendo e scendendo durante la settimana.
Un altro segno specifico della malattia, ma poco affidabile per la diagnosi, è la tipica sudorazione, con odore di paglia bagnata o di stalla e una sensazione di cattivo sapore in bocca.