La prevenzione come migliore cura. Per contrastare le molestie e la violenza nei luoghi di lavoro bisogna parlare e formare una nuova cultura, un nuovo approccio al mondo del lavoro. Il seminario informativo organizzato dalla Cisl di Messina ha posto l’accento sulla necessità di una “rivoluzione culturale”, proprio nella giornata dedicata all’iniziativa #ungiornoinpiù e alla campagna di sensibilizzazione contro la violenza di genere PostOccupato, alla presenza dell’ideatrice Maria Andaloro.
«Si parla tanto di modernità e di innovazione ma purtroppo queste due parole si legano spesso alla tecnologia mentre abbiamo bisogno di una moderna e nuova cultura nel mondo del lavoro», ha sottolineato il segretario generale della Cisl Messina, Tonino Genovese, aprendo i lavori. «L’iniziativa di oggi – ha aggiunto – vuole sottolineare come, in un momento in cui ci si preoccupa del lavoro che non c’è, occorre pensare anche alle condizioni e alla qualità di vita di chi ha un lavoro».
E, infatti, ha parlato di benessere organizzativo la presidente del CUG dell’Università di Messina, Maria Antonella Cocchiara, evidenziando come «questo sia il primo passo verso il contrasto alle discriminazioni. Bisogna coinvolgere tutti gli organismi – ha detto – e immaginare anche delle misure di conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro. L’obiettivo deve essere quello di lavorare meglio, non di più o di meno. Chi lavora in condizioni migliori è stimolato a dare il meglio di sé sul lavoro».
Ha, invece, esposto validi e numerosi esempi di azioni che possono portare al mobbing la prof.ssa Giovanna Spatari, associata di Medicina del Lavoro al Policlinico di Messina. «Vi è un rischio psicosociale – ha spiegato – legato alle varie sorgenti di stress che possono essere interne o esterne al mondo del lavoro. Ma all’interno del luogo di lavoro vi sono chiare azioni che sono legate ad attacchi diretti verso la persona o minacce alla carriera professionale che incidono e possono qualificarsi come comportamenti portatori di mobbing».
L’aspetto legale e della tutela giudiziaria è stato approfondito dall’avvocata ed esperta di diritto del lavoro, Noemi Genovese, che ha fatto un excursus della legislazione e delle tutele nazionali ed europee evidenziando «l’elevato grado di soggezione che le lavoratrici hanno verso il datore di lavoro e che condiziona anche il numero di mancate denunce. Vi è ormai la consapevolezza di una antieconomicità della differenza e della disparità tra uomo e donna nel mondo del lavoro ma un equilibro è possibile realizzarlo solo attraverso la rimozione delle dorme di violenza e di molestie».
Capitolo delicato è quelle delle denunce, sul quale è intervenuta la Consigliera provinciale di Parità, Mariella Crisafulli: «È difficile denunciare e per questo è importante farsi aiutare da figure che sono previste dalla legge e che possono intervenire e contrastare ogni discriminazione. Ancora oggi, putroppo, le donne sono discriminate e questo avviene soprattutto per eventi legati alla maternità che, nonostante gli spot, dalle aziende non è considerata come un valore sociale, ma piuttosto un problema».
Il presidente f.f. di Confindustria Messina, Nuccio D’Andrea ha evidenziato come sarebbe opportuno «inserire nella contrattazione di secondo livello queste azioni come tutele sociali. Siamo pronti ad applicare concretamente un accordo quadro in un percorso comune di convincimento».
A concludere i lavori è stata la responsabile nazionale della Cisl su Donne, Giovani e Immigrati, Liliana Ocmin che ha scelto Messina per anticipare la presentazione dell’’intesa siglata con Confindustria che recepisce l’Accordo Quadro sulle molestie e la violenza nei luoghi di lavoro raggiunto il 26 aprile del 2007 dalle rispettive rappresentanze a livello europeo. «Siamo convinti che prevenire è meglio che curare – ha detto la Ocmin – per questo lavoriamo per creare una cultura del rispetto per lavoratori felici. Già dall’Assemblea Organizzativa la Cisl ha aderito all’iniziativa Postoccupato per testimoniare mancanza di una donna. Il femminicidio è arrivato a livelli emblematici e per questo ribadiamo la necessità di rilanciare la piattaforma di prevenzione e siamo impegnati quotidianamente per contrastare la violenza sulle donne, una battaglia che ha diverse sfumature».