Messinese suicida a Prato: i familiari avvisati tre mesi dopo

La notizia arriva da Prato, dove i giornali locali hanno raggiunto i fratelli di Marcello Majolino, l’uomo che si è ucciso impiccandosi nel chiostro di San Francesco lo scorso 1 dicembre.

Secondo quanto riferito dagli stessi familiari, solo ieri 22 febbraio, hanno saputo della morte del congiunto, attraverso una telefonata fatta dalla questura di Prato.

Majolino aveva tre fratelli, che ancora vivono a Messina nella casa di famiglia. “E’ stato uno shock – dice il fratello Sergio -. Con Marcello avevamo perso ogni contatto da anni, ma era sempre nostro fratello. Non capisco come mai non ci abbiano contattato prima. Tra l’altro abitiamo sempre nella casa di famiglia, quella che era la residenza anche di Marcello fino al 1998, quando se ne è andato da Messina. Non era poi così difficile trovarci”.

La storia di Marcello colpì molto l’opinione pubblica, e i funerali furono celebrati a Prato e pagati dalla Diocesi dopo che erano andati a vuoto i tentativi di rintracciare i familiari. L’uomo si uccise dopo aver ricevuto un’intimazione di sfratto dell’avvocato della chiesa delle Carceri, per lasciare la stanza che occupava all’interno del convento. Una stanza che è stata dissequestrata dalla magistratura già a dicembre ma che ancora è vuota. Prima del tragico gesto Marcello scrisse una dura lettera, che fu inviata anche al Papa, che pochi giorni prima era stato in visita a Prato.

I familiari adesso si dicono sconvolti e sconcertati dalla situazione. “La notizia è stata un fulmine a ciel sereno – prosegue Sergio – appena ci è stata comunicata, abbiamo subito cercato su internet e abbiamo trovato i vostri articoli sulla vicenda. E’ incredibile quello che è accaduto”.

Sergio adesso vuole andare prima possibile a Prato, per capire quello che è accaduto ma anche per incontrare le persone che negli ultimi tempi sono stati più vicini a Marcello. “Era una bravissima persona – ricorda -. era il fratello maggiore, aveva studiato e si era laureato. Poi, purtroppo, l’azienda di famiglia, dove tutti avevamo investito i nostri soldi, è andata male. C’è stato un fallimento che ha lasciato strascichi tra noi fratelli. Marcello decise di abbandonare Messina e da allora abbiamo perso ogni contatto. Sapere ora cosa gli è successo ci spezza il cuore”.

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