Erano feriti d’arma da fuoco alcuni degli uomini sbarcati nel pomeriggio al Molo Marconi, dove sono giunti sulla Nave Dattilo della Guardia Costiera. Hanno raccontato di essere scampati da una sparatoria nelle coste libiche, dove cercavano di impedirgli l’imbarco. Quattro in particolare sono stati subito trasportati in ambulanza al Policlinico, e non sono in pericolo di vita.
Ad accogliere i 346 profughi, di origine subsahariana, i medici dell’Asp e secondo un protocollo già consolidato, i servizi sociali del Comune, la Protezione Civile, le Forze dell’Ordine e le associazioni coordinate dalla Prefettura.
Tra loro, anche quattro donne incinte ed un neonato: tutti salvati nel Canale di Sicilia in tre distinte operazioni e poi fatti salire sul pattugliatore in direzione del porto di Messina.
Anche in questo caso gli uomini della Squadra Mobile si sono attivati per individuare gli scafisti e cercare di ricostruire i momenti drammatici delle esplosioni di colpi d’arma da fuoco, che secondo le prime testimonianze risalgono allo scorso sabato.
Molti anche i minori non accompagnati di cui si dovrà occupare il Comune, mentre per gli altri si aprono le porte dei centri di accoglienza cittadini. Tendopoli compresa. (foto courtesy of Dino Sturiale)