Antonino Triolo nuovo comandante della Polizia Provinciale si racconta, “sono militare dentro, ma so sciogliermi”

di Gianfranco Pensavalli – Da Primo Capitano dell’Esercito a comandante della Polizia provinciale di Messina. Antonino Triolo, da Casalvecchio, 58 anni freschi freschi, moglie precaria al Cas e due figlie, residenza a Santa Teresa di Riva, è stato nominato dal Commissario ex Provincia di Messina, Filippo Romano.

Comandante di un gruppo di uomini e donne – non più di quaranta- che funge da corpo di polizia a Palazzo dei Leoni. E’ appena rientrato da una riunione in Prefettura.

Nel suo ufficio ha piazzato una bellissima foto di Casalvecchio e una delle Riviera jonica con l’Etna che la sovrasta.

“Ci tengo tantissimo al mio paese e alle mie origine. Mi ricordano le alzatacce alle 4 per andare in moto (una Guzzi Stornello,ndr) fino a Santa Teresa di Riva e poi Messina in treno e Reggio Calabria in nave per frequentare il biennio di Architettura. Oppure i cinque chilometri a piedi da San Carlo Superiore per raggiungere Misserio per frequentare le Medie. Andò meglio per conquistare il diploma a Furci Siculo. Abilitato geometra, assunzione in Provincia già nel 1979. Invece della laurea, però, ascoltai mio padre: militare”.

Già. 101esimo corso a Cesano e poi 183esimo Nembo a Gradisca d’Isonzo (Gorizia).

“Oggi sono il delegato siciliano degli ex Nembo che furono di stanza in riva all’Isonzo. Fanti meccanizzati. E ogni anno, il secondo sabato di aprile ci ritroviamo a Cervignano del Friuli”. Pure il generale Roberto Speciale, che guidò l’Aosta e la Guardia di Finanza e che divenne anche parlamentare? “No, lui no”.

polizia_provincialeDunque, sottotenente con nomina del presidente Pertini. Fuciliere assaltatore e pure controcarri. A Gorizia diventa paracadutista. Rientra a Messina da civile (o quasi).

“Guadagno un eccellente, promosso tenente dopo una mobilitazione, con incarico a Cividale, al 76esimo Napoli in forza alla Brigata Mantova. Altra parentesi alla Provincia e di nuovo richiamato per conquistare il grado di capitano. Significa Capo Teulada. E con me c’era un capitano d’accademia che si chiama Natalino Madeddu. E’ andato in pensione a Natale da Comandante della Regione Puglia ed essere stato pure alla guida della Brigata Sassari. Lui è che è di Cagliari. Io? Sono primo capitano. Vale maggiore e se mi mandano in promozione sarò tenente colonnello. Come i gradi odierni.”

Eh, no. Perché Triolo ha una terza stelletta. Chiarisce. “E’ solo il segno distintivo del comando. Sono un categoria D, dunque equivale a tenente colonnello. Vale 5000 euro in più di indennità rispetto a quel che ho fatto fino a ieri: drettore dell’Autoparco”.

Ma il predecessore Carbonaro era generale e spesso quella ” greca” metteva a disagio i militari veri di stanza a Messina. “Non commento. Piuttosto, datemi un mese per capire bene il Corpo. Ho tante idee, progetti”.

Triolo è stato il primo presidente del Consiglio Comunale di Casalvecchio, dopo è stato duro oppositore con Onofrio Santoro e Onofrio Rigano. Ha firmato l’atto di accesso che portò all’arresto di un dipendente ancor oggi sospeso che intascò i tributi per il cimitero di Casalvecchio.

“Oggi in consiglio siede mia figlia Emanuela (l’altra si chiama Cristina ed è un geometra a spasso,ndr). E sono pure nonno. Sono militare dentro, ma so sciogliermi. E l’essere Nembo mi permetterà di gestire al meglio il Corpo”.

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