Ancora un caso di violenza sulle donne. Non solo quando la relazione si è conclusa, ma nonostante anni di convivenza. E’ accaduto a Falcone dove i carabinieri, nel pomeriggio di ieri, hanno tratto in arresto un 64enne, per il reato di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali, con l’aggravante dei futili motivi ed abuso di relazioni domestiche, posti in essere nei confronti della propria moglie convivente, 65enne, entrambi italiani.
Già da diverso tempo l’uomo manifestava comportamenti aggressivi nei confronti della moglie, con lui convivente, sottoponendola a ripetuti atti di violenza fisica, morale e psicologica anche per motivi abietti e futili. Tali comportamenti sono sfociati in vere e proprie percosse fisiche e minacce di morte, fino all’impedimento alla moglie di lasciare la casa coniugale. I militari sono intervenuti nonostante la forte reticenza della vittima, che inizialmente non ha formalizzato alcune denuncia nei confronti del marito. Le indagini sono scattate proprio a seguito di un intervento presso l’abitazione dei due coniugi, all’apice dell’ennesima lite che era sfociata in una violenza fisica. I militari hanno da subito intuito il disagio della donna e hanno immediatamente relazionato alla Procura di Patti il loro sospetto circa la condotta del marito violento. Le indagini che ne sono seguite con straordinaria tempestività, coordinate dal PM della Procura di Patti, Dott.ssa Giorgia Orlando, hanno permesso un’approfondita e attenta ricostruzione delle dinamiche relazionali tra i due coniugi. Di fondamentale importanza sono state le testimonianze di vicini di casa, amici, parenti e medici che avevano avuto in cura la donna per pregressi episodi di violenza domestica, tutti sentiti dai Carabinieri di Falcone in questi giorni, che hanno tutti confermato l’ipotesi investigativa.
Dopo l’incessante attività d’indagine condotta dai Carabinieri di Falcone, il G.I.P. del Tribunale di Patti, su richiesta del PM, Dott.ssa Giorgia Orlando, ha emesso un’ordinanza di misura cautelare. Il soggetto è stato accompagnato presso la propria abitazione, in regime di arresti domiciliari, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.