Bilanci, quelli tra il 2009 ed il 2011, che non avrebbero potuto essere esitati perche’ non vi erano i presupposti: sono al centro del processo che vede coinvolti gli ex amministratori di Palazzo Zanca, rinviati a giudizio per falso ideologico e prosciolti dall’accusa di abuso d’ufficio.
Rinviati a giudizio dal Gup Tiziana Leanza, l’ex sindaco Giuseppe Buzzanca, gli ex assessori Pinella Aliberti, Elvira Amata, Melino Capone, Dario Caroniti, Giuseppe Corvaja, Pippo Isgrò, Salvatore Magazzù, Orazio Miloro, Franco Mondello,Gianfranco Scoglio, i consiglieri Roberto Sparso, Giorgio Muscolino, Giuseppe Rao, Carmelo Santalco.
Dovranno sostenere il processo anche i dirigenti Francesco Aiello, Santi Alligo, Antonio Amato, Attilio Camaioni, Giancarlo Panzera, Filippo Ribaudo, Ferdinando Coglitore, Giovanni Di Leo, Carmelo Famà, Carmelo Giardina, Diane Litrico, Domenico Manna, Giuseppe Mauro, Giuseppe Puglisi, Vincenzo Schiera, l’attuale revisore dei conti Dario Zaccone,gli ex revisori Domenico Donato,Roberto Aricò, e Domenico Maesano .
L’inizio del dibattimento e’ stato fissato per il 19 maggio davanti alla prima sezione del tribunale. L’inchiesta e’ stata condotta dal sostituto procuratore Antonio Carchietti, che si e’ avvalso di una consulenza tecnica.
Per la Procura, i conti artatamente “sistemati” per non rischiare i rigori della legge sulla stabilità, avrebbero anche evitato possibili decurtazioni agli stipendi di sindaco, assessori ed ai gettoni di presenza dei consiglieri comunali. Il tutto, inoltre, avrebbe determinato l’aumento delle tasse per i cittadini.