Offese ai calabresi: Crocetta rettifica. Ma non tutti vogliono scusarsi

Si è sollevato subito un polverone enorme dopo le parole di Rosario Crocetta che, in occasione della visita alla Real Cittadella di sabato scorso, aveva tuonato: “così si esporterà la ndrangheta in Sicilia”. Indignazione da parte di quanti si sono sentiti offesi o offensori, a seconda della regione di nascita: dal Presidente della Provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa, al numero uno dell’Ars, Giovanni Ardizzone. Proprio quest’ultimo, questa mattina si è recato dal primo cittadino reggino Giuseppe Falcomatà, scusandosi a nome di tutti i siciliani per l’uscita “di cattivo gusto” del veemente Governatore siciliano che, prontamente, rettifica: “non volevo offendere i calabresi ma ho il dovere di dire che la ndrangheta c’è e dobbiamo combatterla”. Per Re Saro, nascondersi dietro un dito non solo non serve ma è anzi nocivo e, in un’intervista a TS si pone alla stregua di paladino assoluto della città di Messina.

Foto archivio Bruno Mancuso NCDDa Roma si leva la voce del senatore di Area Popolare – Ncd (partito al Governo a cui appartiene, tra l’altro, l’ex ministro per le infrastrutture e i trasporti, vale la pena di ricordare, iniziatore della riforma) Bruno Mancuso che si inserisce nel dibattito polemico puntualizzando in una nota: “Tale scelta, che guarda allo sviluppo futuro dei nostri territori, si è scatenata una polemica provincialistica e di basso profilo basata su una serie di disinformazioni, con argomentazioni quali quelle addotte dal Presidente della Regione siciliana che sfiorano più le chiacchiere da bar che dichiarazioni ufficiali istituzionali. Presidente che ha reagito con rivendicazioni puerili, arrivando ad offendere e demonizzare le realtà istituzionali di un’altra regione e parlando di assurdi “scippi”, come se la Sicilia non fosse parte integrante dell’Italia, ed in fin dei conti reagendo scompostamente come quando ai bambini viene sottratto il giocattolo”.

Chiacchiere da bar? Chissà se è d’accordo la commissione antimafia della Camera dei Deputati che, già in passato, ha puntato l’attenzione proprio sulla pericolosità dei traffici che hanno scalo strategico nel porto calabrese.

Ma le scuse rivolte da Ardizzone al suo omologo calabrese e al sindaco di Reggio non piacciono a tutti e c’è chi si dissocia. E’ il caso del comitato cittadino 29Dicembre-Ricostruiamo Messina che, ritiene molto più offensivo verso i “cugini calabresi” ci si scusi “per aver denunciato una verità che invece è bene si gridi e a cui lo Stato deve trovare una soluzione al più presto.
Un male che ha condizionato tanto la storia della loro terra quanto della nostra e a cui siciliani e calabresi vogliono si dica davvero basta”. L’associazione si scaglia contro la politica rea  “di fare dichiarazioni populiste cospargendosi il capo di cenere per una affermazione quantomai amaramente reale del Governatore Crocetta” invece di “lavorare seriamente e insieme per liberare la Calabria e la Sicilia dalla schiavitù della malavita”. Al contempo, l’affondo riguarda anche “il futuro della città subordinato alle logiche del compromesso e degli accordi a tavolino”. E sulla riforma portuale, il comitato afferma: “È bene che la cittadinanza prenda coscienza di alcuni dati che in molti tacciono: c’è ancora più di un mese prima che la partita sia chiusa. Messina ha tutti i numeri per mantenere la governance e soprattutto non essere subordinata a nessun altro porto.Non c’è interesse politico a salvaguardare Messina? D’accordo, ma lo dicano senza tergiversare. Che fine hanno fatto i parlamentari eletti nella nostra circoscrizione e scomparsi il giorno dopo? Dove sono i deputati e i senatori che si dicono paladini della città e poi rimangono immobili davanti agli infiniti scippi che subiamo?“.

 

 

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