#criticamilitante – chi chiede scusa ai messinesi?

di Saro Visicaro – Il presidente dell’assemblea regionale Ardizzone si è recato in Calabria per chiedere scusa in nome e per conto dei siciliani. In pratica l’esponente del partito di Casini e D’Alia ha voluto prendere le distanze da quel simpaticone del suo governatore, di nome Rosario Crocetta, che ieri a Messina, tra un bacetto a Franza e una mitragliata di esternazioni estemporanee, aveva detto una delle poche verità di cui è capace :<< Non regaliamo il porto di Messina alla ‘ndrangheta calabrese >> a proposito della rimodulazione delle Autorità Portuali.

Dopo avere saputo di questa frase l’Ardizzone, nelle vesti di Mancini accusato di sodomia, accusa a sua volta Crocetta, nelle vesti improbabili di Maurizio Sarri ossessionato dagli omosex. Un incredibile ribaltamento e mascheramento delle parti.

Una commedia siciliana insomma nella migliore tradizione pirandelliana e gattopardesca. Mentre questo varietà di intrattenimento andava in scena lo spettacolo vero era già bello e pronto. A Palermo, nella sicilianissima città dove la mafia è sconosciuta, è già stilato un protocollum che dovrà essere firmato anche e soprattutto dal sindaco di Zancle.

Il protocollum è però soltanto la prefazione di un pesante rotolo di papiro che raccoglie le idee e i progetti definiti flessibili da uno del club dei fedelissimi dello Stretto. Cosa ci sia veramente scritto dentro quel rotolone nessuno lo sa o lo dice. Il sindaco che non indossa la cravatta per non mischiarsi con i “mafiosi dell’assemblea regionale” (come ebbe a dire con grande enfasi ai giornalisti) almeno questa volta entrerà nel palazzo dei Normanni e porrà la sua preziosa firma con il simbolo della nonviolenza. Accanto al sindaco antimilitarista e antimafia siederà l’ammiraglio De Simone per completare la triade e un siparietto che avrebbe fatto scialare il commissario Montalbano.

Avranno poco e nulla di che scialarsi i messinesi di domani. Quelli ai quali oggi beffardamente si sta propinando l’idea che la splendida Falce o la meravigliosa cittadella fieristica saranno a loro disposizione. Che quelle preziosissime terre rappresenteranno il benessere la ricchezza e il futuro dei giovani. Quando tutti sanno che le attuali macerie domani produrranno la ricchezza che i potenti di oggi nasconderanno nei medesimi paradisi fiscali di sempre.

Ai nostri figli, a tutti i messinesi nessuno però chiederà mai scusa. Nessuno racconterà che tutto si sta decidendo alle loro spalle. Nessuno avrà, probabilmente, la forza e il coraggio di fermare questa rapina epocale.

 

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