Molti sindaci hanno già detto no, sfilando con i cittadini contro l’ipotesi di riconversione della centrale termoelettrica di San Filippo del Mela. Adesso le speranze sono riposte nel referendum, a cui i cittadini sono chiamati a votare il prossimo 31 gennaio. Una appuntamento preceduto il 29 gennaio da un evento musicale, per sensibilizzare sulla necessità di esprimere la propria opinione attraverso lo strumento referendario.
A spiegare in un comunicato congiunto le preoccupazioni sul progetto di trasformazione della centrale Edipower in polo delle energie rinnovabili sono il Comitato dei cittadini contro l’inceneritore del Mela, il Comitato No Inceneritore del Mela, il Coordinamento ambientale Milazzo-Valle del Mela, l’ Adasc ì, il Comitato No CSS Inceneritore del Mela, Rifiuti Zero Sicilia, O2 Italia, Mamme per la vita, l’ Associazione TerrAmare Sicilia, Meetup Milazzo in MoVimento, e il Comitato territoriale referendario.
“Non avendo argomenti concreti da portare in favore dell’inceneritore – si legge – l’azienda proponente ha pensato bene che l’unica strategia possibile sia ancora una volta quella di confondere e depistare i cittadini. Molti a San Filippo del Mela si sono visti recapitare una simpatica brochure. Si parla di tanti bei progetti per il presunto futuro della centrale di San Filippo: impianti di fotovoltaico, digestione anaerobica dell’umido e solare termodinamico. Peccato che di tutte questo nel progetto in esame al Ministero dell’Ambiente non vi sia traccia. Viceversa il progetto realmente presentato, ovvero quello dell’inceneritore, nella brochure viene trattato in maniera grossolana e chiamato con l’espressione generica e artatamente benevola di “impianto di produzione di energia da CSS”.
E’ quindi necessario fare chiarezza:
-l’impianto a CSS proposto è semplicemente un mega-inceneritore di rifiuti, che utilizzerà le stesse tecnologie attualmente utilizzate negli altri inceneritori. Si tratta di un progetto già sonoramente bocciato da enti indipendenti come la Soprintendenza Beni Culturali e l’Ordine dei Medici.
– Il referendum di domenica 31 riguarda solo il progetto dell’inceneritore, non le altre belle cose millantate da A2A nella brochure o sui giornali. Infatti finora l’inceneritore è l’unica minacciosa proposta che l’azienda ha formalmente avanzato.
– E’ chiaro che con l’inceneritore la qualità dell’aria peggiorerà. Molte tra le emissioni più pericolose dell’inceneritore sono diverse da quelle dell’attuale centrale e quindi sarebbero una “novità”. Di certo c’è che la qualità dell’aria sarà molto più salubre senza inceneritore.
– Come dimostrato da numerosi studi epidemiologici, gli inceneritori hanno effetti devastanti sulla salute della popolazione. Ad esempio ciò è stato recentemente dimostrato da uno studio Arpa riguardante l’inceneritore di Vercelli, con effetti catastrofici sia in termini di mortalità che di malattie.
– Ovviamente anche l’inceneritore di Vercelli rispettava i limiti di legge ed anzi bruciava solo un ventesimo dei rifiuti di quello proposto qui da noi, i cui effetti sarebbero quindi molto più gravi. Il fatto che le emissioni saranno inferiori ai limiti di legge non vuol dire quindi affatto che i cittadini saranno al sicuro.
– Secondo gli stessi numeri forniti nel progetto in un anno l’inceneritore emetterà un quantitativo di diossina pari alle emissioni annuali di milioni di auto. Tale quantitativo corrisponde ad alcuni milioni di volte la dose massima tollerabile stabilita dall’Unione Europea per un essere umano
– Il progetto prevede il transito di quasi 11 mezzi pesanti ogni ora, altro che 13 viaggi al giorno come affermato dall’Amministratore Delegato Masi.
– Il recente parere positivo delle Regioni a 8 inceneritori di cui 2 in Sicilia è una brutta notizia, ma non può essere interpretato come un via libera all’inceneritore di S. Filippo. Ad ogni modo, per rispedire al mittente ogni minaccia, è ancora più importante il Referendum di domenica 31.
L’inceneritore non è di alcuna utilità per l’emergenza rifiuti, visto che ci vogliono 5 anni per realizzarlo. L’emergenza va invece affrontata portando in breve tempo la raccolta differenziata a livelli da paese civile e dotandoci di impianti di riciclaggio e compostaggio. Sono queste ultime, oltre alle energie rinnovabili innovative come il solare termodinamico, le tecnologie che proponiamo per la riconversione della centrale in alternativa all’inceneritore: tecnologie realmente all’avanguardia che garantirebbero molta più occupazione e ricchezza a fronte di zero emissioni. A2A ritiri il folle progetto dell’inceneritore e presenti quello delle tecnologie pulite che finora esistono solo nella brochure distribuita ai cittadini per pura propaganda. Il 31 gennaio dicendo NO all’inceneritore i cittadini di fatto permetteranno alle alternative pulite di diventare realtà, dando lavoro, sviluppo e ricchezza al territorio nel rispetto di chi ci vive”.