Messinesità #adminchiam – Messina 2016 a.C.

di Simone Bertuccio – “Di cosa scrivere questa settimana?”. È stata prevalentemente questa la domanda che mi son fatto in questi giorni, insieme a “Cosa cucino oggi?”. Solo che, se per quest’ultima domanda riesci comunque a trovare una soluzione, anche alla meno peggio, per la prima domanda non è proprio così.

Ok, è vero, questa rubrica non ha un nome che promette articoli di antropologia sociale e/o scienze politiche, però io una scrematura la faccio e sinceramente se non ho ben chiaro l’argomento su cui scrivere non mi ci butto a capofitto.

Non è come scegliere di fare i toast anziché un piatto di spaghetti. I toast, buoni per carità, sono tuttavia – almeno per me – una pietanza da “tappo” e la prepari quando non hai voglia di cucinare o non sai cosa cucinare. Vai sul sicuro diciamo.

Qui invece, quando non so che scrivere, non lo faccio su un argomento semplicemente affacciandomi alla finestra; non scelgo di parlare delle crisi condominiali nei vari residence di Messina solo perché è un tema facile e molto in voga tra le discussioni della mia famiglia.

Saprei bene che comunque toccherei un tasto dolente per circa l’80% dei cittadini messinesi – e italiani – ma svilirei il senso di questa rubrica.

Io stesso quando scrivo mi sento un po’ su un’altalena. Ci sono argomenti più seri di cui parlare ed argomenti più faceti.

Da poco prima di Natale e fino al 6 gennaio questa rubrica si è fermata. Ovviamente Messina no e sarebbero stati tanti gli argomenti su cui discutere. L’ordinanza del sindaco contro i botti – che venivano comunque fatti esplodere nei pressi del capolinea sud del tram ove si trova anche il Reparto Operativo Mobile della Polizia Municipale e nei pressi del quale si trova anche la S. S. 114 ove venivano rivenduti in decide di bancarelle –, il messinese alle prese con lo shopping natalizio, gli amici che tornano per le vacanze, il commerciante medio che cerca di venderti un prodotto come se fosse nuovo quando invece risale al periodo paleolitico. Fino ad arrivare agli 80 chili di botti sequestrati nella villa di un imprenditore, al sequestro di un fucile a canne mozze insieme a 37 cartucce Fiocchi calibro 16 e 12, ai colpi di pistola sparati contro un noto locale della Via Tommaso Cannizzaro, o all’abominevole atto di uno o più vigliacchi contro la lapide di Ilaria Boemi. Perché sono dei vigliacchi e questo lo sanno anche loro.

dejavu-e1381572246197Troppe cose e troppe in una volta. Rispetto ad alcune tematiche preferisco non parlare, per altre non ne ho le capacità, tuttavia ho avuto un’illuminazione dovuta, probabilmente, ad una sorta di Deja Vu.

Ho letto il nome di un noto consigliere comunale e ho letto anche le parole “Isola” e “Pedonale”. Sono andato in bagno, mi sono sciacquato la faccia, ho preso un caffè e quelle parole, insieme al nome del consigliere, c’erano ancora, quindi non deve essere stato nemmeno il polpettone di mia nonna. Era tutto vero, altro ce Deja vu.

Non entro nel merito della questione perché sarebbe ancora una volta come discutere delle medesime cose, però io sinceramente non volevo crederci. Non volevo credere al fatto che ancora una volta si discutesse sulla regolarità della creazione di un’isola pedonale in un periodo ad hoc come, per esempio, quello natalizio, in cui c’è un grosso andirivieni di uomini, donne e bambini. Un periodo che si presta per questo genere di cose, suvvia.

Io capisco – ma non condivido – che si possano avere idee diverse ma addirittura cercare di trovare il pelo nell’uovo no. Che un’amministrazione non possa avere quasi quasi nemmeno la facoltà di creare una zona pedonale in un periodo dell’anno che ben si sposa con questo genere di cose, beh, è follia.

Qualche giorno fa è tornato un mio amico da Milano. Passeggiando per le vie del centro cittadino mi ha fatto una domanda che ha pietrificato lo stesso gelato che mi stavo mangiando. Mi ha detto: “Ma se dicono che sono in pochi a non volere quest’isola pedonale, com’è possibile che un’amministrazione si pieghi al loro volere? Il volere di tanti è inferiore al volere di pochi?”.

Sinceramente io sono ancora pietrificato. Non ho saputo rispondere e di certo non per ignoranza. Non l’ho fatto perché probabilmente, dandogli una risposta, sarei rimasto conseguentemente anche io all’asciutto e con l’amaro in bocca.

In fondo erano passati pochi giorni dall’1 gennaio e questa domanda per me è stata come un “Buon anno!” o come un monito rispetto al fatto che questo 2016 non sarà assolutamente banale.

Un po’ vanesio e ripetitivo – per questa atavica e quasi masochistica capacità che ha Messina di volersi rispecchiare sempre negli stessi problemi – e forse ridondante, ma banale speriamo di no.

Sarebbe una cosa immorale divenirlo, cantavano gli Afterhours.

Ci evolveremo mai?

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