di Saro Visicaro – Natale 2013 / Natale 2014 / Natale 2015 e siamo al terzo giubileo della così detta isola pedonale nell’era del cinghiale bianco. Lo splendente e sapiente assessore alla mobilità ( si fa per dire ) è sempre più “orgoglioso dei suoi risultati”. Tra poco lo vedremo indossare palle colorate e stelline fluorescenti.
Fuor d’ironia c’è la dura realtà. Messina da tre anni non ha avviato nessuna sperimentazione di mobilità compatibile seria. Siamo infognati in una diatriba cafona tra “isole” estemporanee e percorsi ciclabili virtuali. Tre lunghi anni persi nel nulla. Nessuna proposta di Piano urbano del traffico o di mobilità sostenibile presentata per essere discussa ed approvata. Nessun coinvolgimento di professionisti del settore, di categorie sociali, di soggetti interessati. Solo provvedimenti da prendere o…lasciare tra le polemiche. Un modo assurdo di amministrare una comunità.
Ogni mobilità non può prescindere da alcuni elementi indispensabili: 1) Servizio pubblico efficiente, adeguato e integrato; 2) Piano dei parcheggi ottimizzato; 3) Operatori capaci per la gestione e il controllo del territorio e delle azioni e provvedimenti avviati. 4) Percorsi pedonali sicuri e garantiti. Tutto questo manca.
Il servizio pubblico, pur se migliorato rispetto a prima, è lontanissimo dall’essere adeguato e integrato. Non si tratta solo di avere più autobus a disposizione. I percorsi, gli orari, devono avere una loro razionalità. Le corsie preferenziali sono inutilizzabili o inesistenti. Alcune ignobilmente occupate dagli automobilisti mentre altre cancellate per ottenere zone di parcheggio, altre ancora ( vedi via Cesare Battisti ) modificate in corsie uniche preferenziali aperte al traffico. Le 28 corse, finalmente avviate dalla Metroferrovia, non sono integrate con i bus Atm e, quindi, assolutamente sprecate. Una follia. La linea del tram sottoutilizzata, con gli inconvenienti di sempre e con la pazzesca implementazione dei semafori.
Piano parcheggi. Non si riesce a comprendere che gli utilizzatori dei parcheggi sono categorie differenti. I residenti con le loro necessità e diritti, i commercianti, impiegati etc che, in larghissima misura, occupano abusivamente i parcheggi per le ore di attività, i consumatori che di consuetudine lasciano la loro auto dove possono. Ecco, se non si risolve il nodo di tre categorie molto diverse tra loro tutto è inutile. Come inutile o poco utile diventa l’attività degli ausiliari del traffico al fine di garantire mobilità e servizio efficiente.
La sperimentazione avrebbe potuto, in questi anni, provare a trovare soluzioni condivise e accettabili dalla collettività. Quindi ipotesi di chiusure di spazi e strade per periodi domenicali e/o festivi e prefestivi; chiusure orarie al traffico; blocco del passaggio dei tir in alcune fasce orarie nell’inferno della Zona Sud o del viale Boccetta; Controllo della qualità dell’aria in tutta la zona urbana (assolutamente inesistente) e azioni per il decongestionamento dei nodi di traffico intenso a causa dello shopping e dell’ambulantato diffuso e malavitoso.
Niente di niente. Soltanto aberranti soluzioni come quella di piazza Duomo dove il nuovo parcheggio dei pulman cancella la bellezza di una splendida piazza. Oppure tutte le sgradevoli attività food che imbarbariscono ogni piazza e ogni marciapiede nel silenzio scandaloso della Soprintendenza.
A Messina non abbiamo quindi “aree senza traffico” come in moltissimi comuni si è già sperimentato dagli anni ’90. Le aree a traffico proliferano persino sui marciapiedi, nelle ville, in ogni angolo.
Nella nostra città ci sono infatti sempre di più marciapiedi inutilizzabili a causa del moltiplicare di tavoli e tavolinetti, moto di ogni cilindrata, auto in sosta, artigiani vari, lavaggisti, chiusure improvvisate, esposizioni di mercanzie, occupazione abusiva di suolo pubblico etc. Il pedone sia residente o passante è ormai prigioniero della volgarità e maleducazione dei piccoli e grandi teppistelli.
Se negli anni ’80 il grande sindaco di Roma Giulio Carlo Argan esclamò : “ O i monumenti o le automobili” ed ebbe il coraggio di chiudere al traffico la zona del Colosseo avremmo sperato che Accorinti, dall’alto di un campanile, gridasse: “ O i bipedi o le quattroruote”…