Transfughi genovesiani: le ragioni di Maria Teresa Gullo, la deputata meno conosciuta

Il suo nome non è decisamente tra i più noti e la sua faccia dice poco o niente ai messinesi che, incredibilmente però, l’hanno votata. Si tratta di Maria Tindara Gullo. Ci sta tutto il “chi?” di renziana memoria ma fughiamo subito ogni dubbio. Si tratta di una parlamentare eletta sotto le effigi del Partito Democratico nella circoscrizione Sicilia 2 e che, anche se pressoché sconosciuta in città, in aula risulta essere molto produttiva, almeno stando ai dati di openpolis.

Sempre presente e anche un po’ “ribelle” considerate le volte in cui ha votato diversamente dai colleghi di partito. Anzi, dell’ex partito. Infatti, la Gullo è una dei transfughi genovesiani che ha scelto di passare a Forza Italia. E in queste sue parole c’è la ragione che ha mosso la scelta della deputata.

“Il percorso politico tracciato in questi mi ha visto occuparmi di problematiche legate alla famiglia, ai soggetti disagiati, alle questioni inerenti i trasporti, i servizi ed all’annosa situazione dei precari. Tantissime volte ho sollecitato il Governo ed il Parlamento  in tal senso.  Purtroppo, raramente, insieme a qualche collega volenteroso, sono riuscita ad incidere su un’attività governativa e parlamentare sempre appiattita sulle scelte del Premier.  Commissioni e Parlamento sono sempre stati monopolizzati da atti del Governo, lasciando poco spazio all’attività dei parlamentari, salvo fossero quelli vicinissimi a Renzi o di suo diretto interesse. Comunque, non sempre condividendone le decisioni, per spirito di partito ho sempre votato allineandomi alle scelte del gruppo. Rispetto al programma con cui mi sono presentata agli elettori ho subito diverse delusioni determinate da alcune scelte politiche non adeguate alle necessità di interi settori (sanità, scuola, sicurezza, forze dell’ordine,  mercato del lavoro, trasporti) nonché ad alcune decisioni infauste per la Sicilia in materia economica e di bilancio (riduzione dei trasferimenti, Masterplan, precari, trasporti). Mentirei se dicessi di non aver sofferto enormemente per alcune azioni ciniche di Renzi: la scelta di acuire la spaccatura nel PD di Bersani, quella di pugnalare alle spalle Letta ed, infine, non da ultima, quella più dolorosa di fare carne da macello di un uomo mite come Francantonio Genovese, colpevole  solo di essersi trovato a dover affrontare un problema giudiziario poco prima delle elezioni europee. Con il risultato che per motivi diversi tutti e tre sono stati sacrificati sull’altare di Renzi. Per non parlare delle scelte relative al tesseramento al PD fatte in segreto senza confrontarsi con il territorio. La mia, non è una scelta istintiva, è una decisione ponderata nell’interesse generale. Bisogna, adesso, lavorare per il futuro. Quindi, la decisione di aderire a FI è quella di scegliere un partito di centro che si sta rinnovando e guarda con sensibilità simili a quelle mie e del mio elettorato alle problematiche dell’Italia, in generale, e della Sicilia in particolare. Tutto questo dovevo ai miei amici e ai miei elettori affinché comprendano il travaglio della mia scelta”.

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