“La violenza è un problema culturale 365 giorni l’anno!”, questo il messaggio forte che, di anno in anno, Posto Occupato cerca di evidenziare con iniziative finalizzate alla lotta contro ogni forma e accezione di violenza di genere. Una mostra per perseguire il progetto di sensibilizzazione sarà in esposizione da oggi al 20 dicembre a Palazzo Zanca , firmata da Lelio Bonaccorso e intitolata “Violate”.
Non solo femminicidio, termine drammaticamente entrato con prepotenza nella routine delle nostre vite, tra le notizie di cronaca e sempre più spesso tra le pareti delle più insospettabili case: i ritratti in stile graphic novel mostrano “alcune modalità, fra le troppe, su come la violenza sulle donne si può manifestare”. Prima di tutto la battaglia va combattuta sul piano culturale e per sensibilizzare la collettività ogni strumento lecito va usato. L’arte, da par sua, è da sempre veicolo straordinario. Lo sa il disegnatore messinese che ha donato dieci illustrazioni stampate su tela a Posto Occupato e che hanno al centro proprio “le donne alle quali si manca di rispetto”, quelle che sono, per l’appunto, “violate”.
La mostra, la cui realizzazione è avvenuta a costo 0, è già stata ospitata in diverse città tra cui Torino, Siena e Milazzo e, adesso, dopo una settimana di esposizione presso il foyer del Teatro Sociale di Como, rientra in Sicilia e grazie all’Associazione ViviMessina, e alla consigliera Antonella Russo che ne è presidente, le tavole rimarranno, fino al 20 di questo mese, nell’androne del palazzo municipale messinese.
“La mano del capo sulla coscia e tutto il dramma di una donna che non sa come reagire. Un’immagine che racconta una paura e uno dei tanti modi in cui le donne vengono umiliate, maltrattate e subiscono violenza”. In questa breve descrizione tutto un mondo di umiliazione, di violenza, di cultura sbagliata, di barbarie da combattere con ogni forza. Quella concezione sessista e pericolosa per cui una donna è un corpo, un oggetto, un meraviglioso involucro da riconoscere come proprio, un essere da possedere ad ogni costo: “mia e solo mia!”. Contro la tragicità della solitudine e del buco nero in cui sprofondando le vittime di queste violenze, psicologiche prima ancora che fisiche, informare, sensibilizzare, urlare il disperato e accorato messaggio di difesa sociale è un dovere a cui nessuno deve sottrarsi…ogni giorno dell’anno!