Massiccia la risposta degli studenti messinesi, scesi in piazza dopo l’uso della polizia per sgomberare le scuole occupate. Una manifestazione partecipata e colorata da numerosi striscioni, a sostegno dei giovani identificati e segnalati alla Procura. “Una scuola che denuncia non è una scuola che dialoga” ribadiscono dalla Consulta Studentesca.
Divisa l’opinione pubblica cittadina sul “pugno di ferro” della Preside Prestipino, che ha dato il “la” ad altre iniziative simili per evitare l’occupazione, mobilitando anche i genitori.
Di certo, la protesta studentesca iniziata per esprimere dissenso sulla riforma renziana della “buona scuola” a Messina ha assunto un valore diverso: se da un lato resta il dubbio sulla reale consapevolezza di tutti gli studenti in merito ai motivi dell’occupazione, dall’altro si eleva il più importante principio su un “metodo educativo” che anche molti genitori hanno stigmatizzato.
La Consulta Provinciale degli Studenti di Messina nel tardo pomeriggio del 2 dicembre aveva incontrato il Sindaco Renato Accorinti e gli assessori Daniele Ialacqua (oggi presente al corteo) e Nina Santisi, al fine di aprire un dialogo con l’istituzione comunale, lavorando su più fronti. “Siamo pienamente soddisfatti. Oggi le istituzioni hanno aperto la porta agli studenti” dichiara il Presidente Dario Morgante.
Tante le tematiche trattate: valorizzazione di zone specifiche della città (fiera, galleria etc), incontri di formazione culturale per gli studenti e attuale situazione delle proteste studentesche.
La Consulta ha ribadito” il più completo dissenso dalla politica dello sgombero che fino ad oggi hanno utilizzato i Dirigenti Scolastici; La Farina, Bisazza ed Ainis sono le tre scuole fino ad oggi sgomberate con la “forza” e tanti, troppi, sono gli studenti denunciati”.