Ventotto mesi per non dichiarare un dissesto che secondo alcuni era l’unica via percorribile. Ventotto mesi per fare uscire Messina dal continuo stato di emergenza. Ventotto mesi di progressi e progetti cantierati e risultati portati a casa, di finanziamenti europei carpiti e passi in avanti compiuti, di dialogo con il consiglio e di presenza sul territorio. Questi sono i ventotto mesi dell’era Accorinti…secondo Accorinti. Il civico consesso dà un’interpretazione decisamente diversa a questi due anni e mezzo di esperienza, invece.
Hanno lasciato l’aula, sfilando contemporaneamente i loro cartellini non appena il primo cittadino ha interrotto il suo monologo fiume: la lettura di pagine e pagine di “abbiamo fatto, stiamo facendo”; una relazione sull’operato amministrativo dall’insediamento ad oggi che i membri del consiglio hanno voluto commentare con un silenzio assoluto e assordante. Nessun contraddittorio, nessuna contestazione; niente di niente. Dopo l’intervento del sindaco, semplicemente, il nulla. Un intervento che era atteso per la scorsa settimana ed è stato poi rimandato ad oggi per via dell’assenza di Accorinti, trattenuto da importanti ragioni personali e, in quell’occasione, “sostituito” dal suo vice, l’assessore Guido Signorino che ha riferito in merito alla materia finanziaria che è di sua competenza. Presente a fianco del leader di Cambiamo Messina dal Basso anche ieri insieme ai colleghi Pino, De Cola, Panarello e l’ultima arrivata in squadra, Santisi.
Basta toni aspri, accuse e recriminazioni: questo il messaggio che parte dal pulpito più alto di Palazzo Zanca. Toni distesi e parole di pace quelle pronunciate dall’amministratore che è ancora certo del fatto che Messina possa esportare un modello, che rappresenti un laboratorio di democrazia. Ma è evidente che il film che hanno visto i consiglieri comunali è un altro, e lo hanno voluto esprimere tacendo e abbandonando l’aula senza aggiungere altro al rumore delle loro scarpe contro il pavimento mentre andavano verso la porta, lasciando alle loro spalle il sindaco e i suoi “abbiamo fatto, stiamo facendo”.