“Un quadro di disagio giovanile e di degrado sociale che ci ha molto rattristato”: amaro il commento del questore Cucchiara nella conferenza stampa che chiude il cerchio sulla morte di Ilaria Boemi e che vede coinvolte tre giovani: due hanno un ruolo nella cessione della droga, la terza è una sedicenne ritenuta la pusher “di fiducia” di Ilaria. Nessuna di loro era con Ilaria quella sera: Gaia Auteri, maggiorenne già all’epoca dei fatti, è stata il tramite con la pusher neominorenne. E’ lei a consegnare la droga, ricevendo da Ilaria il denaro che il giorno seguente alla morte è stato dato al fornitore.
Oggi, stamattina all’alba, è scattata la misura cautelare degli arresti domiciliari – emessa dal GIP presso il Tribunale di Messina, d.ssa Maria Militello su richiesta del Sostituto Procuratore, d.ssa Stefania La Rosa – per chi è ritenuto essere il pusher che ha materialmente ceduto la dose letale: si tratta di una giovane,la diciottenne Gaia Auteri. A lei gli investigatori della Squadra Mobile sono arrivati ricostruendo l’intera vicenda, dai contorni via via sempre più allarmanti.
Nelle ore precedenti la morte, infatti, con Ilaria e una ex compagna di scuola, c’era anche un 39enne, attualmente indagato e nei confronti del quale il Gip ha ritenuto di non dover procedere alla misura restrittiva. Una decisione contro la quale stamattina gli inquirenti hanno fatto appello.
“L’indagine è stata complessa – dichiara il capo della Squadra Mobile Anzalone – ma siamo riusciti a ricostruire le ore precedenti alla morte di Ilaria”.
Non era la prima volta che la ragazza assumeva Mdma, la terribile droga sintentica che agisce sulle sinapsi, e che da subito le aveva provocato delle reazioni, per via della quantità assunta. Lo stupefacente era stato consegnato ad Ilaria in un bar di Sant’Agata: poi la decisione di passare a prendere l’amica, l’ex compagna di classe del Basile, e di recarsi fino alla chiesa di Santo Spirito. Tre birre dove far sciogliere la droga, ma Ilaria tiene per se il doppio del quantitativo e da subito comincia ad agitarsi. Tanto che i tre, Ilaria, il 39enne e la sua amica sedicenne, decidono di andare al Ringo: l’uomo in mente ha di avere rapporti sessuali con entrambe, e così, giunti in spiaggia, passerà molto tempo prima di accorgersi che la ragazza stava rantolando.
Sono le 23:40 quando il 39enne e la sedicenne, distratti dalle effusioni, si rendono conto che Ilaria sta malissimo, ed è in questo momento che passa un giovane, un testimone chiave: la guardia giurata che chiamerà i soccorsi.
Ilaria Boemi, 16 anni, è morta dunque per arresto cardio-circolatorio. E’ stata soccorsa in spiaggia, intorno alla mezzanotte, sulla battigia del lungomare che costeggia il viale della Libertà, ormai in fin di vita. Poche ore prima aveva assunto una dose di MDMA, una sostanza stupefacente di tipo sintetico che le è stata fatale.
IL RUOLO DELLE GIOVANI DONNE COINVOLTE
La Polizia di Stato ha individuato altre due giovani donne, che Ilaria conosceva e frequentava. La prima, oggi diciottenne, ma all’epoca dei fatti minorenne, è direttamente coinvolta. E’ stata lei a dare alla pusher, oggi agli arresti domiciliari, l’ecstasy, perché la vendesse a Ilaria. Hanno trascorso la serata prima della vendita insieme. Erano insieme quando Ilaria ha messaggiato scrivendo di voler acquistare l’ecstasy, la “maddy”, la “maddalena” che le faceva provare “l’amore per il mondo intero”. Insieme hanno deciso chi sarebbe stato a portare la droga a Messina per venderla a Ilaria.
La terza protagonista della vicenda è una sedicenne che le indagini hanno indicato come più volte in passato protagonista di cessione di LSD e della stessa MDMA a Ilaria e ad altre giovanissime.
Per lei e per l’altra, oggi maggiorenne, il Gip presso il Tribunale per i Minorenni, dr. Michele Saja, su richiesta del Sostituto Procuratore dr. Andrea Pagano, ha deciso la misura cautelare del collocamento in comunità da eseguirsi presso una struttura che dovrà essere individuata a cura della Direzione del Centro per la Giustizia minorile di Palermo.
La vendita della sostanza stupefacente a Ilaria la sera del 9 agosto non era quindi un caso isolato. Le ragazze raggiunte oggi da misura cautelare avevano “rifornito” amiche e conoscenti prima della morte di Ilaria e persino dopo. Risale infatti ad appena un mese dopo la morte di Ilaria un altro episodio, un’altra dose di “maddy” che in quel caso ha trovato un acquirente a Villafranca Tirrena.
Emergono poi altri personaggi su cui la Polizia continua ad indagare. Fornitori, tra cui personaggi noti alle Forze dell’Ordine, già arrestati per reati connessi alla detenzione ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, a cui le giovani pusher si rivolgevano al bisogno.
Il MDMA letale è arrivato la sera del 9 agosto nelle mani di Ilaria insieme ad un’altra dose della stessa sostanza. Marroncina, cristallina, solida. Ilaria ne ha sbriciolata una prima parte in una bottiglietta di plastica usando una forbicina. Ha poi aggiunto un po’ di birra e l’ha passata alle due persone che quella sera erano in macchina con lei, un’amica ed un uomo più grande, un trentanovenne. Poi ha sciolto la restante parte e l’ha mandata giù.
Le ore che seguono vedono momenti di euforia e delirio provocati dalla droga a momenti di malessere. Ilaria infatti ballava, parlava velocemente, poi sudava e sbatteva la mascella.
I tre hanno comunque deciso di spostarsi dal centro città alla zona nord in spiaggia. Su cosa sia accaduto negli ultimi momenti di vita di Ilaria la Polizia continua ad indagare.
Ilaria è comunque morta da sola. Al momento dell’arrivo dei soccorsi i due amici con cui ha preso l’ecstasy non erano con lei. Si erano già allontanati.