Scontato. Prevedibile. La preside del Liceo Classico La Farina Pucci Prestipino ha scatenato una reazione a catena, con la sua decisione di richiedere alla Digos lo sgombero (con 13 studenti schedati) della scuola di via Oratorio della Pace nella mattinata di venerdì scorso, 48 ore dopo l’inizio dell’occupazione da parte degli studenti. Ci troviamo probabilmente di fronte ad un punto di ritorno nella storia delle occupazioni scolastiche in città e questa mattina sono state registrate le prime conseguenze.
Liceo Bisazza, Annunziata. Quindici studenti sono stati segnalati alla Procura dopo il blitz della Digos, intervenuta stamattina alle 7 dopo la chiamata da parte della preside Anna Maria Gammeri (diventata famosa qualche anno fa per altri motivi), che seguendo quella che potremmo chiamare “linea-Prestipino”, ha deciso di imporre un’azione di forza per costringere gli studenti a terminare la protesta. L’occupazione aveva avuto inizio ieri, nonostante la contrarietà dei rappresentanti d’istituto.
Nel frattempo terminava, stavolta in modo “pacifico”, l’occupazione del Liceo Artistico Basile (zona Annunziata, Conca d’Oro), iniziata ieri intorno alle 14, al termine delle lezioni. Questa mattina la preside Prestipino (sì, la stessa del Liceo La Farina) è riuscita, con l’ausilio dei genitori degli studenti, a convincere gli studenti a porre fine all’occupazione, tornando intorno alle 10 a lezione. Con ogni probabilità, gli studenti dell’Artistico, memori dello sgombero del La Farina richiesto dalla stessa preside, hanno accettato l’invito della Prestipino, evitando la fine dei “cugini” del Liceo Classico, segnalati alla Procura. La stessa preside, ai microfoni della Rtp, ha riferito che molti studenti del Basile, alla domanda “per che cosa state occupando?”, non hanno saputo dare risposta. “La legge 107 (meglio conosciuta come Buona Scuola, nda) avrà pure dei difetti, ma gli studenti non la conoscono”, ha dichiarato la Prestipino.
Spostiamoci a Provinciale, Liceo Ainis. Gli studenti avevano discusso con il preside Elio Parisi l’eventuale avvio di un’autogestione, con due lezioni giornaliere, la prima e l’ultima del giorno, con in mezzo dibattiti e corsi, tra cui, uno di…Zumba (fonte Gazzetta del Sud di oggi). Troppe ore di lezione perse (tra l’altro gli studenti pretendevano dai docenti lezioni di ripasso e non un avanzamento dei programmi didattici nelle due lezioni giornaliere) e la stessa idea di un corso di Zumba hanno spinto Parisi a rifiutare la proposta degli studenti, i quali hanno risposto occupando la scuola.
Torniamo nel centro della città, viale Boccetta. Liceo Scientifico Archimede. Nella giornata di ieri gli studenti avevano comunicato che non avrebbero occupato la scuola. Nelle ultime ore i liceali hanno però clamorosamente cambiato idea, occupando l’Archimede nella tarda mattinata.
Due scuole occupate, Ainis e Archimede, tre già disoccupate, La Farina, Bisazza e Basile. Non ci stupiremo di certo se già nella mattinata di domani la Digos tornerà in azione per sgomberare le scuole occupate “superstiti”. Probabilmente gli studenti avranno già ascoltato le dichiarazioni del Questore Giuseppe Cucchiara, che ha riferito alla Rtp che “occupare purtroppo costituisce un reato. In realtà sono due i reati quando di si verifica un’occupazione scolastica: invasione di edifici pubblici e interruzione di pubblico servizio”.
E intanto, al La Farina, che succede? Nel Liceo che ha dato l’inizio a tutto, con conseguente “effetto domino”, gli studenti avviato oggi una “occupazione democratica”, con l’ok della Prestipino. Fino a venerdì lezioni regolari dalle 8 alle 14, mentre nel pomeriggio, fino alle 18, sarà possibile effettuare assemblee in uno spazio di autogestione. Contenta la preside che potrà far continuare le lezioni, contenti gli studenti che avranno uno spazio per confrontarsi e dialogare.
Intanto le altre scuole, come il classico Maurolico e lo scientifico Seguenza, stanno a guardare cosa accadrà ad Ainis e Archimede e, visti i precedenti, valuteranno nei prossimi giorni se sarà il caso di occupare anch’essi o se sarà meglio aspettare Natale per staccarsi per un po’ dai libri scolastici. @SimoneIntelisano