L’occupazione dell’istituto La Farina è giunta al capolinea questa mattina. Da lunedì si torna in classe. Comprende il dispiacere dei suoi ragazzi la preside Pucci Prestipino che, in un’intervista rilasciata a Gazzetta on line, motiva il suo gesto di richiedere l’intervento immediato della Digos per sgomberare la scuola come un “imperativo categorico”.
Prima di essere il vertice di un sistema scolastico al quale fanno capo numerosissimi tra studenti e docenti, la professoressa è una madre e non tralascia di sottolineare questo aspetto prima di evidenziare che ha agito adempiendo ad un suo dovere.
Va oltre la dirigente scolastica del La Farina-Basile, e parla di un voto.
“Mi auguro che mi deve comprendere mi comprenda”, asserisce.
“Il 10 agosto quando è morta la piccola Ilaria Boemi ho giurato che le occupazioni nella mia scuola non le avrei più consentite”. Ma cosa c’entra la morte della sedicenne, il cui cadavere è stato rinvenuto sul lungomare del Ringo, in questa storia?
“Chi mi deve comprendere mi comprenda” è una frase da non sottovalutare, come se quel messaggio, lanciato con tono sommesso e quasi commosso al microfono di Salvatore De Maria avesse un (uno?) chiaro destinatario.
La giovanissima il cui corpo fu rinvenuto esanime l’estate scorsa, perse la vita a causa di un mix letale di alcool e metanfetamina.
Che far circolare sostanze stupefacenti durante le occupazioni, ad opera degli studenti e di chi nelle strutture ove manca la vigilanza di adulti si reca per svaghi illeciti, è un fatto che occupa i primi posti nella lista delle preoccupazioni di famiglie e insegnanti. Si è soliti pensare alla classica canna in odor di protesta sessantottina ma non sarebbe la prima volta che prodotti sintetici fanno capolino nelle scuole. Se l’allusione della Prestipino, come sembrerebbe, è da ricondursi al traffico o al consumo di tali sostanze all’interno del Liceo (ma non è nostra intenzione metterle in bocca parole non sue), il prossimo passo sarebbe ovviamente quello di denunciare concretamente in Procura una situazione che si configura come pericolosa e catastroficamente verosimile, prima che un’altra Ilaria cada vittima di un mostro con il quale i nostri adolescenti fanno i conti molto prima di quanto immaginiamo. La dirigente ha così preferito la via dell’ “impopolarità”, consapevole com’è di non essere proprio benvoluta dai suoi allievi per aver interrotto la protesta/”vacanza” prenatalizia ma la sua priorità va alla tutela dei ragazzi, in merito alla quale, siamo certi, si vorrà andare a fondo.