Nel pomeriggio, il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Messina, Colonnello Iacopo MANNUCCI BENINCASA, ha presentato agli organi di informazione il Calendario Storico dell’Arma edizione 2016, quest’anno ispirato dal tema “I Carabinieri e le arti”, e l’Agenda dedicata al centenario della Grande Guerra e a “I Carabinieri nella Resistenza e nella Guerra di Liberazione”.
Il notevole interesse da parte del cittadino verso il Calendario Storico dell’Arma, quest’anno con una tiratura di 1.200.000 copie, di cui 8.000 in lingue straniere (inglese, francese, spagnolo e tedesco), è indice sia dell’affetto e della vicinanza di cui gode la Benemerita, sia della profondità di significato dei suoi contenuti, che ne fanno un oggetto apprezzato, ambito e presente tanto nelle abitazioni quanto nei luoghi di lavoro, quasi a testimonianza del fatto che “in ogni famiglia c’è un Carabiniere”.
Nato nel 1928, dopo l’interruzione post-bellica dal 1945 al 1949, la pubblicazione del Calendario venne ripresa regolarmente nel 1950 e da allora è stata puntuale interprete, con le sue tavole, delle vicende dell’Arma e, attraverso di essa, della Storia d’Italia. Il Calendario ha una rilevanza importante per la famiglia dell’Arma, momento di coesione ed unità attorno ad un oggetto semplice, ma ispirato da grandi valori comuni, nel quale si riconoscono tutti i carabinieri e i loro comandanti, dalle grandi città ai più piccoli paesi.
Le tavole artistiche dell’edizione 2016 del Calendario Storico sono state ideate e realizzate sotto la direzione artistica di Silvia di Paolo.
Il filo conduttore che lega i mesi dell’anno è costituito dal tema “Il Carabiniere e le Arti”, ispirato, come sottolineato nel corso della conferenza stampa di presentazione tenuta in mattinata dal Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Gen. C.A. Tullio Del Sette, “dalla celeberrima opera impressionista di Claude Monet “I papaveri”, in cui “è bastato inserire una pattuglia di Carabinieri nel paesaggio solare immaginato dal pittore francese per infondere quel profondo senso di sicurezza e serenità che la vigilanza dell’Arma da sempre trasmette alle nostre comunità”.
In copertina, l’emblematico segno distintivo dei Carabinieri – la fiamma – si staglia tra forme geometriche d’ispirazione futurista riprese da un’opera di Giacomo Balla, segno che si staglia nei colori che contraddistinguono la Bandiera italiana, l’azzurro del vessillo europeo e il celeste dell’ONU”.
Nella II di copertina troviamo due commenti all’opera, di Ferruccio De Bortoli, che sottolinea come i Carabinieri siano “i nostri insostituibili compagni di viaggio, anche nell’arte come nella letteratura” e di Philippe Louis Daverio che evidenzia come l’Arma, in questa edizione, abbia “deciso di dialogare con il mondo dell’arte…con un intento ben preciso, quello di trasmettere il messaggio d’una sensibilità per il mondo delle arti che dell’Italia è un fondamento imprescindibili”.
Il percorso immaginario delle tavole del Calendario interpreta l’evoluzione dell’Arma dei Carabinieri nel tempo, disancorato dalla rigidità cronologica delle opere.
Il mese di Gennaio riprende una composizione di Giovanni Boldini, evocativa di un momento storico ottocentesco, nella quale, alla giovane donna e al figlio dipinti dall’artista, si affianca la figura caratteristica di un Carabiniere, marito e padre, espressione di eleganza e di compostezza.
Con Amedeo Modigliani (Febbraio), le figure esili e allungate del Carabiniere, ne esaltano tutti i valori umani.
Nelle tinte di Henri de Toulouse-Lautrec (Marzo) è stato incastonato l’elemento più caratterizzante del Carabiniere, il mantello foderato di rosso: nella cornice di una riunione mondana il Carabiniere assiste impassibile alla coinvolgente festosità.
La figura del Maresciallo, attento e paterno tutore del territorio, con i colori intensi della campagna e i protagonisti della serena vita di provincia, caratterizza invece i personaggi e le atmosfere di Vincent Van Gogh riprese nel mese di Aprile.
Segue (Maggio) il musicante, visto col candore di Henri Rousseau.
Quindi (Giugno), è ritratta la pattuglia che vigila sul tranquillo pomeriggio festivo della gente, come concepito da Georges Seurat.
Per Giorgio De Chirico (Luglio), una scelta che certo sarebbe piaciuta anche a lui: nelle vesti di un Generale dei Carabinieri dell’800 è lo stesso pittore in sella ad uno dei suoi cavalli, un autoritratto virtuale che va ad aggiungersi ai tanti da lui dipinti nel corso degli anni.
Nella doppia pagina centrale la già citata opera “I papaveri” di Monet, è rivisitata, come detto, con la semplice aggiunta di una pattuglia di Carabinieri, la cui presenza appare protettiva e rasserenante.
Con Salvador Dalì (Agosto) la figura del Carabiniere è sposata al concetto dell’eroismo a difesa dei cittadini.
A seguire, una serie di tavole ispirate alle opere dei Futuristi, il cui credo nel “trionfante progresso delle scienze” ha trovato la sollecita risposta dell’Arma dei Carabinieri, che, da allora, ha dato slancio allo sviluppo delle proprie strutture, strumenti e mezzi operativi. Ecco, quindi, la caotica realtà metropolitana di Umberto Boccioni (Settembre) che, nella rivisitazione, si svolge sotto lo sguardo amico, protettivo e vigile di due Carabinieri, cui seguono le immagini, ancora in tipico stile futurista, di un’autoradio e di un Carabiniere motociclista, tratte da un’altra opera di Balla (Ottobre) e da una di Mario Guido Dal Monte (Novembre).
Conclude Carlo Carrà (Dicembre) al cui stile è affidata l’evocazione di un’Arma che, dotata dei mezzi della modernità, opera nel presente e guarda al domani con il saldo spirito di sempre”.
Nella pagina finale René Magritte onora l’Arma e i suoi Decorati: attraverso una porta sospesa nello spazio, una pattuglia di Carabinieri procede serena verso il futuro nell’adempimento del proprio dovere. E’ leggera e sicura, perché trae forza e determinazione dall’esempio di tutti quegli Eroi con gli stessi alamari che, evocati dalle decorazioni indicate nel cielo etereo, hanno tanto contribuito a dare lustro all’Arma e sicurezza agli italiani”.
L’Agenda, per il 2016 vuole rinverdire le vicende dell’Arma nel primo conflitto mondiale e nella guerra di Liberazione nell’anno in cui se ne celebrano il centenario e il settantennale.
I testi elaborati, recepiti in due diverse monografie, sono arricchiti dal contributo introduttivo di Mario Calabresi, per il primo conflitto mondiale, e di Aldo Cazzullo per la guerra di Liberazione e la Resistenza.
Il documento sulla Grande Guerra del Calabresi riporta a quel 24 maggio 1915quando, a poche ore dall’annuncio dell’entrata in guerra, la Bandiera dell’Arma partiva per il fronte scortata da un plotone d’onore e dalla Banda della Legione Allievi Carabinieri. E’ il momento iniziale di tre anni di guerra durissima, al termine della quale si conteranno 1423 Carabinieri caduti e oltre cinquemila feriti.
Nella prefazione alla monografia dedicata alla Resistenza e alla Guerra di Liberazione, Aldo Cazzullo ha voluto emblematicamente ricordare due episodi che hanno avuto come protagonisti militari dell’Arma. Il primo, più noto, è quello del Vice Brigadiere Salvo D’Acquisto che, con un gesto nobilissimo, si fa uccidere a 22 anni per evitare la rappresaglia dopo un attentato che non ha commesso.
Il secondo, meno conosciuto, ma ugualmente straordinariamente generoso, narra la vicenda dei Carabinieri di Fiesole, Fulvio Sbarretti, Alberto La Rocca e Vittorio Marandola che, al grido di viva l’Italia, il 12 agosto 1944 , caddero sotto i colpi nazisti per salvare la vita di dieci ostaggi di quella comunità a loro affidata.
Due episodi simbolici che hanno visto militari dell’Arma mantenere fede al giuramento prestato, scegliendo consapevolmente di continuare a servire la Patria difendendo i propri concittadini dai soprusi e dalle angherie degli occupanti.
La guerra di Liberazione contò 2735 caduti e 6521 feriti.
L’Agenda si completa poi con una parte introduttiva nella quale sono tra l’altro riportate alcune date importanti della storia dell’Arma e l’elenco nominativo dei decorati dell’Arma
All’inizio di ogni mese sono riportati i fatti e le curiosità avvenuti nello stesso periodo, cento anni prima.
Infine le tradizionali pagine di diario.