Città chiuse per allerta meteo. In questi ultimi giorni, non solo Messina, ma anche molte altre città siciliane, si sono ritrovate a vivere un autunno scandito dai continui stati di allerta, tra l’arancione e il rosso, che hanno comportato la chiusura di scuole e pubblici uffici.
Per molti questo continuo stato d’allarme è una forma di “terrorismo”: nuove generazioni cresciute con la paura della pioggia e del maltempo, grazie ad uno “strumento di prevenzione” che in alcuni casi appare solo una giustificazione, un “lavarsi le mani” per allontanare la responsabilità di un evidente dissesto idrogeologico causato dalle speculazioni edilizie con cui generazioni politiche si sono arricchite.
La polemica sull’allerta meteo vede in prima fila il sindaco di Catania Enzo Bianco, che ha chiesto “con forza un sistema congegnato in modo funzionale”.
Oggi, a spiegare come e perchè “nasce” un’allerta meteo, è l’ing. Calogero Foti, Dirigente Generale della Protezione Civile Siciliana, “con il solo fine di rendere più chiaro il complicato sistema che le determina e per fornire alla popolazione un servizio ancora più efficiente, efficace e trasparente per la tutela della pubblica incolumità ampiamente intesa”.
Il dirigente in un comunicato evidenzia come non è “automatico” chiudere le scuole con l’allerta rossa, rinviando il compito della decisione ai singoli sindaci.
Ma ecco il testo integrale, firmato dal massimo dirigente della protezione civile siciliana:
“Premesso che la Regione Siciliana non ha autonomia per le previsioni meteo:
1) il Centro funzionale centrale (Dipartimento Nazionale della Protezione civile), di regola entro le 11:30, invia le valutazioni numeriche, cioè le previsioni meteo con la quantificazione delle piogge previste (da un minimo a un massimo) in un arco di tempo. In tale arco di tempo le precipitazioni previste potrebbero cadere in un’ora così come essere distribuite nell’intero arco di tempo.
2) le previsioni meteo sono riferite a Zone di Vigilanza Meteo molto ampie; per esempio la ZVM 37 abbraccia le nostre zone di allerta A e I (Sicilia nord-orientale, da Catania a Messina a Capo d’Orlando); la ZVM 38 comprende il bacino del Simeto e la Sicilia sud-orientale, etc.
3) il Centro funzionale Decentrato (Dipartimento regionale della protezione civile) confronta quei quantitativi previsti con le soglie critiche delle diverse zone di allerta; tali soglie critiche sono rappresentate, conformemente allo studio effettuato da ARPA Piemonte 2004 per conto del DPC, dalle curve di possibilità pluviometrica, elaborate su base statistica partendo dalle precipitazioni storiche di massima intensità.
Se le soglie superano le curve con tempo di ritornodi 2 anni, si è in GIALLA; se sono comprese tra le curve a 5 anni e 20 anni, si è in ARANCIONE; se superano le curve a 20 anni, si è in ROSSA.
Tutto ciò è “statuito” da una direttiva approvata in Giunta preventivamente approvata dal Dipartimento della Protezione Civile nazionale.
Alla dichiarazione di livello di allerta per rischio idrogeologico e/o idraulico occorre che i Comuni attuino le fasi operative corrispondenti previste dai piani di protezione civile locali.
Il rischio idraulico è riferito ai bacini idrografici più grandi (tipicamente, oltre i 100 kmq) in quanto nei piccoli bacini gli attuali criteri di calcolo non consentono attendibili responsi in ordine alla predicibilità dei fenomeni alluvionali. Pertanto, per i bacini idrografici più piccoli e per i centri urbani, convenzionalmente ci si riferisce al generico “rischio idrogeologico”.
Pertanto, a un livello di allerta ROSSA non corrisponde automaticamente la chiusura delle scuole, ma, a ragion veduta, soltanto la chiusura di quelle ricadenti in un’area a rischio idraulico o di quelle che per essere raggiunte attraversano zone a rischio idraulico. In ogni caso rientra nel potere decisionale dei Sindaci, autorità locali di protezione civile.
È opportuno che i cittadini seguano le norme comportamentali.
L’allerta è stato diramato in modo corretto e gli eventi accaduti lo dimostrano.
In ogni caso trattasi di previsioni e in atto non è possibile stabilire con esattezza l’orario di un evento meteo avverso come, invece, in ogni città sarebbe possibile determinare l’orario di transito dei bus.
Infine, in ordine a quanto diffuso da alcuni organi di stampa si precisa che il Dipartimento regionale della protezione civile pubblica gli avvisi sul suo sito, unica fonte ufficiale. Non è stato istituito alcun gruppo WhatsApp. È possibile, tuttavia, che qualche dipendente,in modo autonomo e inopportuno, ne abbia, creato qualcuno diffondendo attraverso esso notizie non ufficiali.
La diffusione di tali notizie appare soltanto un’altra delle tante occasioni utilizzate per screditare il lavoro di funzionari e dirigenti della Protezione civile che anche nei giorni festivi e in orari extra lavoro, senza obbligo alcuno, ma con spirito di sacrificio ed esempio di professionalità, sono diuturnamente impegnati nel controllo del territorio e nell’attività di assistenza ai cittadini e ciò evidenzia che anche nell’amministrazione regionale, spesso a ragione dileggiata per comportamenti assunti da dipendenti poco coerenti con le funzioni agli stessi assegnati e coinvolti da scandali, esiste una parte sana vicina ai cittadini e impegnata a collaborare nella trasformazione positiva di questa Regione”.