Nella migliore delle ipotesi l’acqua dovrebbe tornare a scorrere nei rubinetti giovedì. Ma nessuno può dirlo con certezza, nemmeno il Presidente dell’Amam Leonardo Termini, che stamattina ha convocato la stampa per confermare come non sia l’entità del danno, quanto la difficoltà a raggiungere i luoghi a rallentare le operazioni di ripristino della conduttura.
Stamattina i tecnici sono al lavoro per creare i passaggi, le strade necessarie a far passare i mezzi dell’Amam, che nel trovare la soluzione più adatta sta agendo in sinergia con il tecnico comunale Gioè e con il personale della protezione civile, per le indagini geologiche del caso.
Intanto la priorità sarà garantire i servizi ad ospedali e luoghi pubblici, mentre il presidente ha annunciato che chiederà al Sindaco di disporre la chiusura delle scuole per i prossimi due giorni.
I cittadini verranno avvisati qualora ci sarà la possibilità di erogare l’acqua per un paio di ore, ma attualmente non è prevista alcuna erogazione.
Ad assicurare l’acqua al carcere a al Policlinico il pozzo di Mangialupi, mentre l’acquedotto della Santissima, da forte Gonzaga, potrà servire il centro.
Il CUS Unime ha invece comunicato che, nonostante l’emergenza idrica cittadina, la Cittadella Sportiva dell’Annunziata dispone di una riserva idrica tale da garantire, anche nei prossimi giorni, la regolare apertura e la fruizione delle attività sportive.
Ciò nonostante a partire da domani, martedì 27 ottobre, al fine di evitare consumi sproporzionati, che possano condizionare il regolare svolgimento delle attività, pur garantendo il regolare funzionamento dei servizi igienici, non sarà possibile utilizzare le docce annesse agli spogliatoi.
Disagi per i commercianti, alcuni esercizi già oggi sono rimasti chiusi per mancanza di acqua. A denunciare il problema, il presidente provinciale Carmelo Picciotto che parla di “danni incalcolabili” che sono al vaglio per capire “se intraprendere azioni legali.”
Di certo questa emergenza, causata dalla frana che ha investito Calatabiano, ha riportato in agenda politica la necessità di ripensare all’acquedotto Alcantara, e non solo, per trovare alternative di approvvigionamento idrico. Per questo i vertici Amam hanno dichiarato di aver chiesto un tavolo tecnico con la Regione che detiene il 25% della Siciliacque spa (a maggioranza francese) e il Comune di Messina, per il ripristino del rapporto interrotto sette anni fa con la’ex Eas, a cui l’azienda comunale sta ancora pagando arretrati sull’erogazione.
L’acquedotto dell’Alcantara, realizzato dal Comune di Messina e finanziato dalla Cassa del Mezzogiorno, fu però dato in concessione a una società mista a partecipazione anche privata: si trattava dell’Eas, Ente acquedotti siciliani, poi andato in liquidazione e sostituito da Siciliacque.
La Regione, su indicazione dell’ente, fece una società ad hoc e il Comune di Messina ne fu clamorosamente escluso.