E’ stato inaugurato ieri sera, al Museo dell’Argilla, il “Laboratorio Forma”. Un centro polifunzionale sperimentale con museo-scuola-laboratorio dotato di attrezzature innovative. Un progetto classificatosi primo nella graduatoria Regionale per un importo complessivo di quasi un milione di euro di fondi Europei e Regionali. Per l’occasione è stata aperta al pubblico la mostra: “Forma & Colore nella Ceramica Artistica Siciliana” a cura di Cristina Lopresti.
All’inaugurazione sono intervenuti il sindaco di Spadafora Giuseppe Pappalardo, il promotore e supervisore del progetto Antonio D’Amico, l’ideatore e direttore dell’esecuzione Ranieri Wanderlingh, l’antropologo Sergio Todesco, la dott. Cristina Lopresti, l’on. Filippo Panarello e la dott. Tosi Siragusa.
Presenti anche numerose autorità politiche del comprensorio.
La manifestazione si è conclusa con la visita dei laboratori, dell’aula didattica e della mostra ospitata all’interno del Museo Forma.
La mostra si potrà visitare fino all’ 11 novembre, con ingresso gratuito, dal lunedì al mercoledì dalle ore 17 alle 21 e da giovedì a domenica la mattina dalle ore 10.30 alle 13 e il pomeriggio dalle ore 17 alle 21.
A dare il benvenuto è stato il primo cittadino Giuseppe Pappalardo che ha tracciato la storia della struttura. “Un’inaugurazione attesa da tempo da quest’amministrazione, voluta da tutti. Il museo dell’argilla prende il nome dalla vocazione industriale che ha avuto questa fascia tirrenica che oggi è in crisi. Concepito negli anni ’70, oggi lo apriamo al pubblico. Lo inauguriamo con una mostra di ceramiche artistiche siciliane, un omaggio all’artigianato pregiato che ha fatto tanto onore alla nostra Isola. Il nome ‘museo dell’argilla’ deriva dal fatto che la sala espositiva è caratterizzata da pareti di mattoni a vista di differente tipologia e sistemazione a dimostrazione delle diversità costruttive siciliane. I laboratori di produzione artistica sono stati realizzati grazie ai fondi europei PO-FESR Sicilia 2007-2013. Il Labforma è dotato di attrezzature sofisticate, la tecnologia a disposizione dell’arte. Con questo stabile pensiamo di avere una ricaduta occupazionale giovanile dai risultati in questo momento imprevedibili grazie al bagaglio moderno e tecnologico che possiede questa struttura”.
Alla cerimonia inaugurale è anche intervenuto l’ex vicesindaco con delega alla Cultura Antonio D’Amico, consigliere comunale, promotore e supervisore del progetto.
“Oggi finalmente si realizza un’idea progettuale avviata cinque anni fa. Il sindaco Pappalardo, nel 2010, mi ha delegato, in qualità di vicesindaco, di seguire tutta la progettazione europea dell’asse 2007-2013. È stata una progettazione particolarmente impegnativa perché il comune di Spadafora si trovava all’interno di una coalizione territoriale che andava da Villafranca Tirrena a Milazzo e le Isole Eolie. Ci siamo ritrovati ad avere il museo dell’argilla senza un reale progetto gestionale. Per non lasciare un’incompiuta ai nostri cittadini ci siamo impegnati ad utilizzare i fondi comunitari. Con questo progetto siamo riusciti a classificarci primi nella graduatoria regionale. Uno studio della regione Sicilia ha verificato che nella programmazione 2007-2013 il comune di Spadafora, in rapporto al numero di abitanti, è stato il comune siciliano che ha utilizzato meglio i fondi comunitari. Abbiamo avuto finanziati tre progetti per un importo complessivo superiore a 3 milioni di euro. Se veramente si vuole fare sviluppo in Sicilia bisogna cercare di impostare una programmazione qualificata per intercettare le opportunità della comunità europea e penso che Spadafora con questo primato, nella programmazione precedente, lo abbia dimostrato. Questa struttura polivalente comprende dei laboratori con strumentazioni ad alta tecnologia, un’aula multimediale per la formazione e un’area espositiva. In fase progettuale abbiamo stipulato dei protocolli d’intesa sia con il liceo artistico di Milazzo che ha una succursale ad indirizzo ceramico a Spadafora sia con l’Università di Messina in quanto non possiede alcuni macchinari che noi abbiamo inserito nel progetto. Dunque questi protocolli d’intesa consentono di avere la formazione dei ragazzi che vogliono impegnarsi con le idee innovative ed in cambio utilizzano questi macchinari. È fondamentale creare un luogo di confronto generazionale e creativo, dare la possibilità ai ragazzi che vogliono intraprendere attività artistica creativa di avere un punto dove dare forma alle loro idee. Questa strumentazione consentirà di rivedere quelli che sono i temi ed i moduli dell’identità e della cultura siciliana e magari proporli a livello nazionale ed internazionale in modo creativo”.
In seguito ha preso la parola l’ideatore del progetto e direttore dell’esecuzione Ranieri Wanderlingh. “Creare un museo statico non avrebbe portato a nulla in quanto l’ente pubblico oggi non è in grado di mantenere un’ennesima struttura museale perché non ci sono i fondi. Di conseguenza abbiamo deciso di inserire dei laboratori per lo start up di nuove imprese, per tutti i creativi che non hanno i mezzi per progettare le loro idee e per creare una produzione che serva allo stesso museo. Il centro di ricerca presenta cinque sale per laboratori artistici, un’aula didattica multimediale e un ampio spazio espositivo denominato “Museo Forma”. Oltre al museo “dinamico” questo centro diventa un palazzo della cultura grazie al concetto di ‘innovazione’ inteso sia in senso tecnologico che ideale perché la produzione artistica e artigianale siciliana è rimasta arenata alla tradizione. Non è cresciuto il settore dell’arte moderna del quale il comune di Spadafora si è fatto carico con il progetto in itinere ‘Contemporary art in Sicily’. Il primo festival dell’arte contemporanea siciliana. L’innovazione si fa attraverso la modernità. Questo sarà lo sforzo di questo centro che è già dotato per tale finalità. Le prescrizioni della Comunità Europea ci dicono proprio di fare impresa culturale”.
L’ex direttore della Biblioteca Regionale Universitaria Sergio Todesco, autore di uno degli interventi inseriti nel catalogo della mostra, ha introdotto l’inaugurazione di “Forma e colore della ceramica artistica siciliana” a cura di Cristina Lopresti. “A Spadafora si è creato un luogo dove si unisce teoria e pratica, alle idee si accompagnano le opere. Non ci poteva essere scelta più idonea se non inaugurare un museo dell’argilla con una mostra sulla ceramica. Si vengono a conciliare le tradizioni. Questa materia ha segnato la storia del genere umano, con le prospettive future della ceramica che proprio per la versatilità che la caratterizza dà la possibilità di cimentarsi in una gamma infinita di soluzioni. Il catalogo è la dimostrazione di come la ceramica continui a declinare forme di identità anche nel nostro millennio in una maniera difforme probabilmente da quella che era la cultura tradizionale. Come antropologo mi ha sempre colpito la capacità della ceramica di veicolare una cultura materiale, l’abilità di utilizzare la creta e di mescolarla con altri elementi, con l’intento di trasmettere una cultura immateriale. Le opere ci aprono un universo di valori e di segni”.
A raccontare l’esposizione, omaggio alla sicilianità, è stata la curatrice della mostra Cristina Lopresti: “Protagonisti indiscussi sono la materia e l’uomo che l’ha plasmata. I ventisei artisti coinvolti, provenienti da Burgio, Caltagirone, Messina, Monreale, Palermo, Santo Stefano di Camastra, Sciacca e Venetico, si misurano con la versatilità dell’argilla, reinterpretando la tradizione e donandole nuovi significati. Molti ceramisti adoperano ancora le antiche ricette di smalti e colori tramandate di padre in figlio, alcuni sono stati conquistati dalle tecniche del terzo fuoco, del raku o dell’ingobbio, altri realizzano oggetti di design dalle linee accattivanti. Prendono così forma suggestioni che rimandano alla cultura e alle civiltà del bacino del Mediterraneo, ritornano alla memoria frammenti lirici e giochi fanciulleschi, si palesano città non più invisibili, cercano solidarietà donne migranti in cammino”.
Le opere esposte sono di: Toto Accursio, Giacomo Alessi, Francesca e Giuseppe Arcuri, Andrea Branciforti, Nino Bruneo, Cecilia Caccamo, Paolo Caravella, Giovanni De Simone, Susanna De Simone, Italia Fiorella, Annunziata Fratantoni, Ceramiche Fratantoni, Antonietta Gerbino, Nicolò Giuliano, Alessandro Iudici, Laboratorio La Gioiosa, Giuseppe Laureanti, Irene Lo Monaco, Nicolò Morales, Antonino Navanzino, Francesco Navanzino, Salvatore Sabella, Ceramiche Sammartino e Delfino, Filadelfio Todaro, Ceramiche Val Demone, Andrea Varsallona.
Alla cerimonia è intervenuto, inoltre, il deputato regionale Filippo Panarello, componente della commissione Cultura. “Il valore di quest’iniziativa sottolinea l’efficacia dell’utilizzo dei fondi europei. È un tema decisivo per il futuro della Sicilia, soprattutto per la valorizzazione dei beni culturali e della produzione artistica. Tale iniziativa è un segno delle potenzialità che ci sono in Sicilia, nella nostra realtà e della necessità che tali potenzialità vengano esplicitate al meglio per dare una risposta ai giovani”.
Tosi Siragusa, dirigente della Soprintendenza ai beni culturali di Messina, infine, si è soffermata, sul rapporto che si tra creando tra il castello ed il museo dell’argilla. “Da un lato una location cinquecentesca, dall’altro questa struttura moderna. Ponte fra l’antico e il funzionale. E questo può solo portare innovazione a Spadafora. Due progetti europei PO FERS 2007-2013, con il secondo che comprende una rassegna di 10 mostre si sta anche completando la corte esterna di questa struttura. Insieme al comune abbiamo una convenzione dal 2012 per la gestione del castello che come è stato detto non si limita a questo, ma ad un progetto più organico”.
L’intera struttura con i laboratori potrà essere visitata martedì pomeriggio dalle ore 18 alle 21; giovedì mattina dalle ore 10.30 alle 13 e sabato pomeriggio dalle ore 18 alle 21.