Non c’è pace per le sorti dell’ospedale Piemonte. All’esultanza dei deputati regionali (escluso il M5S) per l’approvazione dell’accorpamento con il Neurolesi Bonino-Pulejo è seguita la decisione da parte del direttore generale del Papardo Michele Vullo di rivolgersi al Tar per contestare l’ordinanza firmata dal Sindaco Accorinti che vieta la chiusura del Pronto soccorso del Piemonte.
Una scelta contestata a gran voce dal Comitato “Salviamo l’ospedale Piemonte” che è tornato in Procura presentando una seconda denuncia.
“Il Reparto di Medicina – denuncia il comitato – è stato chiuso a luglio ed il personale medico ed infermieristico è stato trasferito al “Papardo”. I Reparti di Ortopedia e Chirurgia sono presidiati, rispettivamente, da un solo medico e secondo le ben note disposizioni della Direzione del Papardo, non possono fare ricoveri ordinari di urgenza, a meno che non si tratti di pazienti in condizioni gravissime, non trasportabili e che quindi richiedano un trattamento chirurgico immediato. In questo caso l’ equipe operatoria deputata all’ esecuzione dell’ intervento sarà costituita dall’ unico chirurgo presente al “Piemonte” e da un chirurgo proveniente dal “Papardo”, il quale, anche se impegnato in altro intervento, dovrà abbandonare questa sede, per recarsi, quanto più rapidamente possibile al “Piemonte”. Tale organizzazione si associa ad un elevatissimo rischio clinico e lo ribadiamo, non è conseguenza di carenze di personale bensì, di incomprensibili scelte della direzione sanitaria del Papardo.
Pertanto i pazienti che giungono al PSG dell’ Ospedale “Piemonte”, sia spontaneamente o accompagnati dai parenti, che trasportati dalle ambulanze del SUES 118, pur essendovi disponibilità dei posti letto, vengono trasferiti presso l’ Ospedale “Papardo”, il Policlinico o, più frequentemente, data la cronica carenza di posti letto delle strutture pubbliche, presso le Case di cura private cittadine, con aggravio della spesa sanitaria, spreco di risorse ed aumentato rischio per i pazienti.
Anche in relazione ai continui casi di malasanità conseguenti l’indisponibilità dei reparti del Piemonte e alla parziale applicazione dell’Ordinanza del Sindaco che imponeva anche la riapertura delle Unità Operative mai avvenuta, il Comitato ha depositato l’ennesima denuncia alla Procura della Repubblica.”