Secondo una stima del 2014, in Italia ne circolano più di 80.000; sono considerati validi sostituti ai motorini ai quali i genitori preferiscono le 4 ruote per i figli teenager. Ma le minicar non sono mezzi ad esclusivo appannaggio dei giovanissimi: non di rado alla guida si trova proprio la generazione dei cosiddetti under .
Sono pratiche, comode e soprattutto si guidano senza bisogno di essere in possesso della patente B.
Sono, di fatto, rispondenti a molti canoni previsti per i ciclomotori ma, nella concretezza, si tratta di quadricili (cosiddetti leggeri) e questa appartenenza alla categoria determina anche la loro condizione rispetto ai parcheggi.
Ecco la spada di Damocle che pende sulla viabilità messinese: i posteggi, con specifico riferimento a quelli a pagamento.
Nelle Ztl, infatti, quello delle minicar è più che altro un problema. Ebbene, la questione sta tutta in un macroscopico gap comunicativo tra l’amministrazione e le forze deputate a rilevare le infrazioni di quanti sostano tra le strisce blu in modo illecito e quindi senza pass o gratta e sosta nonché, pare, in un vuoto normativo che, solitamente, ogni comune gestisce in modo autonomo.
Di regola, se vuoi parcheggiare negli stalli a pagamento, devi pagare. Potremmo aprire un dibattito infinito su quanto sia o meno lecito non prevedere aree di parcheggio gratuite su almeno il 50% delle aree per la sosta. Ma lasciamo ad un secondo momento questa parentesi, all’interno della quale troviamo fior fiore di ricorsi e sentenze della Cassazione.
Andiamo al sodo. A Messina se hai una minicar e la parcheggi all’interno delle famigerate strisce blu senza esporre quel maledetto tagliando stai pur tranquillo che verrai sanzionato poiché, come spiegato dal numero uno della PPMM alla stampa qualche mese fa, trattandosi di quadriciclo si ha l’obbligo di esporre il ticket. La questione si impantana nel caso dei residenti all’interno dei confini Ztl. La soluzione sembra presto detta: fai richiesta di un secondo pass, lo paghi e dormi sonni tranquilli (ma poi perché pagare il secondo se in altre zone a traffico limitato più periferiche te lo rilasciano gratuitamente? Pensiamo all’area del Faro che, quest’estate è stata al centro di dibattito proprio per le disposizioni inerenti la viabilità).
E no! Perché chi ne ha fatto richiesta si è sentito rispondere che il pass residenti riguarda solo e soltanto le autovetture, ossia le macchine. Ma allora un povero cittadino che ha pensato di comprare questo mezzo che deve fare? Le chance sembrano essere pochissime: o si investe una parte del budget familiare per assecondare questa consapevole immobilità normativa e istituzionale, acquistando interi blocchetti di gratta e sosta, o si opta per un ciclico e regolare pagamento di multe salate.
Alla nostra redazione sono arrivati, in questi mesi, numerosi messaggi di cittadini, molti dei quali residenti in centro città, decisamente sfiniti dalla situazione. C’è stato chi ci ha scritto di aver optato per una terza “soluzione”, ossia vendere la vettura pressoché nuova, lasciando oltretutto il figlio, minorenne, senza mezzo alcuno. “Non potevamo continuare a pagare multe su multe o sei euro al giorno per tenere il veicolo in aree di parcheggio sotto casa”, si legge in una delle segnalazioni. E come biasimare la lamentela, giacché per porre rimedio alla situazione basterebbe una semplicissima disposizione amministrativa con la quale il quadriciclo viene inserito nella lista dei veicoli che possono beneficiare del pass?
Il mese scorso, un comitato di cittadini aveva annunciato una class action se l’assessore Cacciola non avesse ovviato al buco normativo giacchè, proprio il membro della giunta, aveva espresso parole risolutive allorquando gli era stato prospettata la questione che ” ai più potrebbe sembrare una sciocchezza, ma per noi genitori significa una spesa significativa ogni mese. E, in questi tempi di crisi, all’ingiustizia subita, si somma la seria incapacità finanziaria di far fronte ad un ulteriore costo extra che, nel medio e lungo periodo, ha un peso non indifferente nelle finanze di una famiglia”, ci scrive un nostro lettore.
Abbiamo provato (invano) a metterci in contatto con il Comandante Calogero Ferlisi e con l’assessore competente, Gaetano Cacciola e, non avendo ricevuto alcuna risposta in entrambi i casi ci siamo ritrovati a sfogliare il codice della strada. E dando un’occhiata alla situazione di altri comuni, appare evidente che sono proprio le singole amministrazioni a disporre il da farsi.
D’altra parte, se è vero che alcuni cittadini hanno lamentato una sorta di fumus persecutionis ai loro danni (una o due multe al giorno sulla minicar parcheggiata sempre allo stesso posto, onestamente, è plausibile te lo facciano credere, specie dopo che hai espresso a voce la tua problematica persino agli ausiliari preposti alla rilevazione delle infrazioni), va detto anche che agenti della Municipale e dipendenti dell’Atm hanno il dovere di attenersi alle disposizioni ricevute.
E laddove queste non giungano a sostegno di una deroga alla norma fumosa e poco chiara, va da sè che, essi per primi si trovino in notevole difficoltà. Pertanto, ond’evitare ulteriore danno alle finanze dei cittadini già oltremodo tartassati da imposte per il pagamento di servizi che, di fatto, non ci sono o non risultano adeguati a nessuno standard di civiltà, assessore Cacciola, la vuole emette questa benedetta circolare? Forse sì.
LO “SCARICABARILE”
Senza demordere abbiamo continuato la ricerca della soluzione al problema che attanaglia tanti concittadini e, spacciandoci per genitori disperati bisognosi di risposte per evitare di essere quotidianamente multati, abbiamo chiamato il centralino del Comune chiedendo del dipartimento mobilità urbana. Neanche a dirlo, siamo stati rimbalzati da un ufficio all’altro e abbiamo dovuto telefonare ben sei volte senza che qualcuno ci degnasse di una risposta. A quel punto abbiamo tentato la via del 771000 e un’agente (donna) a cui abbiamo domandato ragguagli, spiegando dettagliatamente la faccenda, ci ha dirottati su altri uffici comunali dei quali ci ha fornito diretti riferimenti telefonici. Solo ad uno di questi numeri ha risposto qualcuno: in effetti trattavasi di un reparto che si occupa di segnaletica stradale ma, per fornire un servizio al finto genitore che chiedeva informazioni (noi), un non meglio identificato geometra si è prodigato per fornire i ragguagli richiesti.
Quel che ci è stato riferito è che è previsto che i quadricicli, a breve, potranno posteggiare negli stalli riservati alle due ruote senza esporre il pass o il gratta e sosta e senza -soprattutto- correre il rischio di incorrere in sanzioni. “Per quanto riguarda i pass residenti per le minicar però non so che dirle sinceramente”, conclude il gentile signore dall’altra parte della cornetta.
A quel punto chiamiamo l’Atm, per farla completa. Ma, come prevedibile, ci dicono che i nostri referenti sono i Vigili Urbani.
Per ultimare il tortuoso percorso intrapreso, allora, e dare una valenza ufficiale a quanto comunicatoci dal non meglio identificato geometra del comune, riproviamo ad interpellare l’assessore Cacciola (il cui telefono squilla ancora a vuoto) e il Comandante Ferlisi che però, stavolta, risponde alla chiamata -da numero privato-. Ma ripentendo come un mantra “chiedo scusa ma ora non posso”, ci dice che è il caso di riaggiornarci perché è nel pieno di una riunione. “D’accordo. E quando possiamo disturbarla?”, chiediamo. “E non lo so, poi vediamo!” conclude, precisando che dopo il briefing in corso dovrà recarsi all’avvocatura. Ma che vuol dire “poi vediamo”? Richiamiamo (finché non risponde) per domandare quando possiamo chiamare? Per carità, comprendiamo gli impegni ma a chi chiediamo?
Mmmm. Grumble, grumble!
Insomma, in questa città, se un utente vuol ricevere informazioni, capire come non derogare la norma, conoscere sta benedetta norma o manifestare un problema, a chi deve chiedere?
Ci teniamo a far presente che suddetto articolo avrebbe dovuto essere reso pubblico giovedì scorso ma abbiamo atteso sino ad oggi -lunedì- per corredarlo di eventuali dichiarazioni di funzionari o dirigenti sperando potessero fugare dei dubbi. È altrettanto doveroso mettere in luce che le uniche risposte che abbiamo ottenuto sono state una comunicazione di “numeri utili” (utili?) da parte del centralino della municipale e un tentativo di chiarezza di un “non meglio identificato geometra” del Comune che, con cordialità, si è prodigato per dare delle informazioni ad un utente alla disperata ricerca di chiarezza! (@Eleonora.Urzì)