Morire in carcere perchè senza le cure adeguate. Il grave episodio è stato denunciato dall’avvocato Domenico André, responsabile dell’Osservatorio carcere per la Camera penale “Pisani-Amendolia”, nonché rappresentante dell’Osservatorio carcere dell’Unione Camere penali italiane.
In una nota l’avvocato “rappresenta l’ennesima tragedia consumatasi nella casa circondariale di Messina, perché l’opinione pubblica sappia che ancora nel 2015 di carcere si muore”.
“Il detenuto di cui stiamo parlando – prosegue André –, si chiamava Andrea Mirabile di anni 46, ed era affetto da gravissime patologie di natura cardiovascolare, neurologica, ipomiotrofia muscolare e per tali patologie era costretto su una sedia a rotelle”.
“Il difensore che assisteva il Mirabile, correttamente aveva presentato un’istanza al tribunale di Sorveglianza di Messina, per il differimento esecuzione pena per gravi motivi di salute, ma tenutasi l’udienza camerale nel mese di luglio, lo stesso Tribunale rigettava la richiesta di detenzione domiciliare o detenzione in luogo privato di cura (cioé esterno al carcere), concludendo per una piena compatibilità delle condizioni di salute del detenuto con l’ambiente carcerario (senza sottoporre lo stesso alla visita medico-legale di un perito)”.
“Nella nottata di martedì 13 ottobre, il povero signor Mirabile moriva nel centro clinico del carcere di Messina, senza l’affetto dei suoi cari e senza nessuna conforto umano”.
“Questo è l’ennesimo caso in cui – conclude l’avvocato André –, le misure alternative alla detenzione anche per i malati gravi risultano inapplicate e rimaste lettera morta sulla pagina di un codice”.
“Una vita si sarebbe potuta salvare, probabilmente, se il sindaco di Messina avesse mantenuto l’impegno assunto dopo la formale proposta del Partito Radicale – commenta amaro Saro Visicaro – Una proposta sottoscritta dal dott.Marcello Minasi durante il convegno organizzato due anni fa a Palazzo Zanca (nella foto). Il carcere di Gazzi continua così a rappresentare uno dei peggiori luoghi di detenzione d’Italia. Come abbiamo avuto modo di verificare nelle varie visite assieme alla deputata radicale Rita Berbardini“.