La tanto attesa pronunciazione del Ministero rispetto al Piano di Riequilibrio è giunta in riva allo Stretto, dopo mesi di fremente attesa. La nota arrivata dalla capitale parla chiaro: “L’Ente è invitato a produrre rimodulazione del piano di riequilibrio pluriennale con deliberazione consiliare corredata del parere dell’Organo di revisione e ad integrare la documentazione agli atti con l’invio del bilancio di previsione 2015/2017 in forma analitica”.
Il documento finanziario, della durata di 10 anni, con accesso al fondo di rotazione, approvato dal Comune di Messina, ha mostrato da subito una falla, corrispondente ad un disavanzo di oltre un milione e mezzo di euro.
“Da una consultazione dei provvedimenti degli organi di indirizzo politico amministrativo pubblicati sul sito istituzionale dell‘ Ente”, è scritto, “è emerso che con deliberazione di giunta dell‘ 11 agosto 2015 l’ Ente ha individuato un maggior disavanzo da riaccertamento straordinario dei residui ex art 3 comma 7 del D. Lgs 118/2011 pari ad 1.780.842,45 euro”. Disavanzo che, ovviamente, fa la differenza, poiché crea uno squilibrio (“seppur modesto”) del piano esaminato. Per questo il ministero chiede una rimodulazione “solo ed esclusivamente in riferimento al maggiore disavanzo derivante dal riaccertamento straordinario dei residui di cui all’articolo 3 comma 7 del decreto legislativo 118/2011”.
Nella risposta romana alla richiesta istruttoria per il piano di riequilibrio finanziario pluriennale del Comune di Messina, si legge inoltre che “Non è stata rinvenuta di contro la deliberazione consiliare che in base all‘ art 2 del decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze di concerto con il Ministero dell’Interno del 2 aprile 2015, impone, entro 45 giorni dalla citata deliberazione di Giunta , di definire le modalità del ripiano di tale maggiore disavanzo”.
Dal Governo giunge chiaro e forte il diktat: rimodulare, rivedere, correggere.
“Inoltre è opportuna una sua rielaborazione ricognitiva che, ferma restando la massa passiva individuata con il piano originario, ne attualizzi i valori in ragione dell’attività espletata”, si chiude la nota.
A questo punto, considerati i rapporti decisamente meno rilassati dei mesi addietro tra amministrazione e consiglio comunale, a seguito delle dovute modifiche al Piano, quando il documento riveduto e corretto giungerà nuovamente in Aula, non si può non ipotizzare che il voto avrà un esito diverso dal passato. (@Eleonora.Urzì)