Con Beethoven e Micha van Hoecke, bellezza ed eleganza aprono la stagione al Tve

Quando le prime note hanno fatto capolino come spiritelli in un bosco incantato, in attesa di celebrare l’incontro tra l’uomo e la natura, la scomoda sedia che ci ha accolto in platea è divenuta presto un giaciglio rupestre.

ballettoLa serata inaugurale della stagione teatrale 2015/2016 ha portato sul palco del Vittorio Emanuele uno spettacolo, in scena fino all’11 ottobre, che ci permette di usare per descriverlo, senza tema di esagerare, termini quali bellezza, eleganza, armonia, incanto.

Abbiamo ritrovato l’orchestra motivata, attenta, finalmente a proprio agio in quella fossa così amata e odiata. Musicisti che hanno accettato la “sfida” di Van Hoecke e che hanno affrontato anche una prova d’attore, interpretando i loro stessi strumenti nella Promenade su musiche di Gluck, Ravel, Debussy e Rossini: un momento in cui davvero gli spettatori hanno potuto cogliere alcune sfumature personali di questi professionisti attraverso il loro elemento.

Una introduzione che ha accompagnato il pubblico verso l’immaginario Pastorale di Ludwig van Beethoven e della sua Sesta sinfonia: un viaggio sentimentale che il Maestro Micha van Hoecke ha descritto attraverso intense coreografie, ricche di citazioni colte e impreziosite dalla presenza di Denis Gaio, grande ballerino francese, “Chevalier des arts et lettres” dal 1987, e che ha fondato il “Ballet de Marseille”.

E’ l’etoile ad interpretare nel secondo movimento Andante molto mosso la figura di un poeta sognante, incarnando dunque l’essenza dell’arte di Van Hoecke, che crede in un teatro totale, in cui la danza si confonde con la musica, il canto, la recitazione, la poesia, la pittura.

Espressioni dell’anima che ritroviamo anche nel terzo tempo, con L’allegra riunione dei contadini, che richiama il quadro Le dejeuner sur l’herbe di Manet, fino all’arrivo della tempesta: figure danzanti vestite di nero, che spaventano ma intrigano.

Riuscita la fusione tra i Ballerini del National Theatre di Belgrado e Poiesis, l’Ensemble di danza del Teatro Vittorio Emanuele: corpi sinuosi e perfetti, volteggianti tra tulle da favola e stoffe contadine, leggeri come il tocco dell’arpa. (@Pal.Ma)

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