Formazione semicompleta quella schierata in sala commissioni stamattina a Palazzo Zanca: qualche defezione c’è stata tra i deputati regionali. Unica assente giustificata (“ma idealmente presente”) era l’onorevole Bernadette Grasso. Marcello Greco, Beppe Picciolo, Santi Formica, Nino Germanà e Franco Rinaldi, seduti allo stesso tavolo per festeggiare -“celebrare” corregge il tiro l’unico deputato democratico- “la vittoria della buona politica” (Picciolo docet).
E’ Messina a vincere secondo tutti. O almeno secondo tutti i relatori schierati uno di fianco all’altro per condividere il successo ottenuto ieri in aula all’Ars dove, nel tardo pomeriggio, con 32 voti favorevoli (e 16 contrari) è stato approvato il ddl che dà il via libera all’accorpamento tra Ospedale Piemonte e IRCCS Neurolesi.
Assente, tra gli altri, il presidente dell’assemblea regionale, Giovanni Ardizzone che aveva sostenuto la soluzione del passaggio all’Asp, onde scongiurare il rischio della chiusura del Pronto Soccorso e che commenta il voto di ieri asserendo “l’essenza della legge sta in un emendamento approvato all’unanimità che prevede che la nuova governance possa stipulare convenzioni con altre realtà “ (ossia, ad esempio, l’ Università e proprio l’Asp).
E così sono tutti contenti. Quasi tutti. La proposta avanzata nel periodo estivo dal presidente scudocrociato rappresentava una via impraticabile secondo i firmatari del disegno “Formica&co.” che hanno esposto la situazione a chiare lettere alla presenza della stampa. “L’unica chance era l’IRCCS, come del resto si sta facendo anche in altri posti in Italia, almeno per la gestione dell’emergenze -esordisce il proponente-. Dal punto di vista politico e tecnico sarebbe stato impossibile gestire la soluzione di Ardizzone”, il tutto perché, stando alle parole del deputato azzurro, se fosse stata ammessa la deroga all’Asp di Messina per la non applicazione del decreto Balduzzi, si sarebbe creato un precedente che tutte le realtà -specialmente siciliane- avrebbero invocato.
Ringraziamenti generali da parte degli intervenuti rivolti a comitati, sindacati, ministro e soprattutto assessore regionale che, in tempi record, ha preso incarico della situazione e se n’è interessato personalmente (non è questo il compito di un rappresentante dell’Esecutivo?).
Al parlamentare di Forza Italia scappa persino un grazie al sindaco che però, passa inevitabilmente abbastanza in sordina.
“Gucciardi si è comportato da gran persona per bene”, prosegue “aveva preso l’impegno di salvare l’Ospedale Piermonte che è un ospedale per acuti. Non si parla solo di emergenza urgenza”.
E quindi non solo pronto soccorso: il management dell’IRCCS -che resta IRCCS, ossia Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico- gestirà anche l’ospedale per acuti.
“Abbiamo ottenuto il massimo per questa città”, conclude l’ex aennino. Gli fanno eco i colleghi, a partire dal leader del Pdr che, dopo un incipit in odor di rammarico misto a provocazione (“saremmo potuti arrivare qui con meno polemiche e attriti”), rilancia l’operazione collaborazione trasversale e invoca la “forza dell’Unione”.
Un progetto per “cambiare Messina -!- dal centro”. Il motore, per Picciolo, è la politica onesta, senza secondi fini. “E adesso la vertenza è la zona falcata”.
Signori e signore, siamo in campagna elettorale: qualora ci fossero stati dubbi, con questa affermazione sono tutti fugati. “Faremo anche per altre questioni la battaglia che abbiamo fatto per il Piemonte. Ai detrattori diciamo che ne vedranno delle belle con noi ora”. E i detrattori in questione trovano un nome e un cognome per bocca del deputato regionale Nino Germanà che nel comunicato diramato dalla portavoce Valentina Zafarana legge l’unica “nota dolente”. La pentastellata “non sapendo cosa dire ha affermato che il Piemonte non ha salvato il nome”, prosegue il parlamentare Ncd; un fatto esclusivamente formale questo, secondo i deputati che chiariscono come nella proposta originaria era previsto che la nomenclatura del nosocomio restasse quello noto. Una richiesta bocciata direttamente dal Ministero per ragioni prettamente tecniche: “se avessimo agito in tal senso l’IRCCS avrebbe cessato di essere considerato IRCCS con tutte le conseguenze relative”.
Una “posizione strumentale” quella del Movimento 5 Stelle per Germanà secondo il quale il successo di Messina (“perchè è la città ad aver vinto, non questo o quel comparto della politica”) “toglie benzina alla protesta dei grillini”, poco avvezzi alla proposta, proseguono in coro.
Rincara la dose Franco Rinaldi che, a denti stretti e voce bassa, riferisce di un commento espresso ieri in aula da un non meglio identificato portavoce del movimento: “ha detto che si stava facendo una rapina col passamontagna”, afferma indignato. “Qua nessuno ha portato niente a casa se non la città che ha incassato un successo”. Il parlamentare del Pd, -l’unico presente visto il non pervenuto Laccoto– anch’egli originariamente sostenitore della alternativa “Asp”, specifica che grazie ai tavoli e i confronti con tecnici e addetti ai lavori, la sua conversione è venuta in automatico, riconoscendo la bontà della proposta dei colleghi.
Bontà acclarata dalla prima ora anche dal ministro della salute che, il 10 dicembre scorso,incontrò i deputati Picciolo, Formica e Germanà, insieme ai parlamentari Bruno Mancuso ed Enzo Garofalo, proprio a Roma per discutere della questione. Un ringraziamento ai membri del Nuovo Centrodestra non manca da parte dei colleghi al tavolo, meritevoli di aver fatto da trait d’union con la Lorenzin.
Un po’ più schivata la figura di Marcello Greco che, in “competizione retorica” con il vicino pidierrino, nel suo annuncio, va oltre l’impegno per la zona falcata che aveva espresso Picciolo e mette sul piatto anche Autorità Portuale, Banca d’Italia e Camera di Commercio. “Messina è una città martoriata dall’assenza della politica”, afferma, “oggi questa politica c’è: mettiamola in atto”.
Solo un dubbio lecitamente dobbiamo sollevare: giacché è “questa” la faccia della politica messinese da tempo, precisamente, quest’aria di novità su cosa poggia? Inutile nascondere che questo “volemose bene” fa viaggiare l’immaginazione verso le prossime amministrative ma, a domanda sulla possibilità di scegliere un futuro candidato unico a succedere a Renato Accorinti, è Rinaldi a mettere un punto: “trovare il candidato sindaco è altra cosa. Evitiamo ogni speculazione: noi oggi siamo qui solo come firmatari del disegno di legge”.
Siamo certi che la pensino allo stesso modo anche tutti gli altri relatori?