“Sono in corso tutti i possibili interventi per ripristinare i luoghi e garantite le condizioni di sicurezza”, fa sapere la direzione del consorzio che ha in gestione le autostrade siciliane. Ma basta a stare tranquilli? Pare fossero già pervenute diverse segnalazioni rispetto a quello e molti altri tratti della strada, evidentemente, carente in quanto a manutenzione. Si torna a parlare di messa in sicurezza del territorio, argomento trito e ritrito di cui negli anni sono rimaste molte più parole che fatti. A tal proposito risulta come l’Esecutivo regionale abbia previsto un budget piuttosto inconsistente nel piano presentato a Bruxelles, relativo agli investimenti comunitari dedicati a risolvere le criticità legate al dissesto idrogeologico.
Al contempo, nel piano #Italiasicura varato dal Governo non sembra siano state allentate più di tanto le cinghie del borsello per la Sicilia.
“Cosa dovrà accadere ancora perché l’intera classe politica capisca che la situazione del territorio siciliano non può più essere presa sottogamba?”, se lo chiede il presidente facente funzioni di Ance Sicilia, Santo Cutrone, e se lo chiedono anche i cittadini che, ogni giorno, guardandosi attorno, colgono il degrado e l’instabilità in cui versa la regione. La condizione delle reti di trasporti isolane parla da sé e, appare tristemente ovvio chiedersi se per avere un intervento sostanziale e drastico si aspetti che “ci scappi il morto”.
In pochi mesi due casi eclatanti che hanno portato alla ribalta nazionale la vergognosa situazione delle autostrade siciliane: in aprile il cedimento di un pilone sulla tratta Palermo Catania e anche in quel caso, colpevole sarebbe stata una frana, all’altezza di Caltavulturo, e, meno di 48 ore fa un nuovo smottamento che, stavolta, ha messo ko il traffico da Messina verso il capoluogo etneo.
“Stiamo andando sul sito della frana sulla #A18 con Giancarlo Cancelleri”, scriveva stamattina la portavoce 5 Stelle, Valentina Zafarana che qualche ora prima postava “La Sicilia non può temere due gocce di pioggia!” .
E che la situazione sia inaccettabile è un a considerazione condivisa anche da chi sta dentro l’Esecutivo: è il caso dell’assessore regionale Giovanni Pizzo: “Sulle strade siciliane sta franando di tutto, non si può lavorare così”.
“Da oggi tutte le derrate alimentari saranno portate al macero”, fa sapere l’Ance Sicilia, “e quasi tutte le province dell’Isola soffriranno per la difficoltà di approvvigionamento di merci e generi di prima necessità, di materie prime e semilavorati per l’industria manifatturiera e di materiali per il settore delle costruzioni”. Per la associazione dei costruttori edili “Questo fatto, ancorché prevedibile come dichiarano i tecnici del Consorzio autostrade siciliane, mette a nudo la gravissima responsabilità dei governi centrale e regionale e della deputazione nazionale e dell’Ars, che hanno tutti sottovalutato l’importanza di completare l’anello autostradale siciliano e di investire in maniera efficace sulla prevenzione del dissesto idrogeologico”.
Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano evidenziano come “I trasporti in Sicilia stanno attraversando un periodo nero” e ricordano “l’ulteriore sciopero che domattina coinvolgerà i lavoratori impegnati nel trasporto pubblico locale, che protestano contro l’immobilismo regionale e contro i tagli dei trasferimenti ai comuni e alle aziende”. A queste categorie, i due membri Anci, inviano la propria solidarietà, aggiungendo rispetto all’ennesimo disastro annunciato, un lapidario “la Sicilia si sta sbriciolando”. E si sbriciola sotto gli occhi apparentemente strafottenti di chi dovrebbe lavorare per evitare il perpetrarsi di questa abietta e terzomondista situazione.