Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota del consigliere comunale Cucinotta, che ritiene l’omofobia un’espressione di libertà di pensiero, e non un reato come invece si configura. La legislazione di contrasto alla discriminazione tra cittadini nel nostro paese trae principale fondamento dall’articolo 3 della Costituzione della Repubblica Italiana.
Ricordiamo in questa sede che l’omofobia, intesa come atto violento e/o incitamento all’odio, è esplicitamente punita come reato con sanzioni carcerarie e/o pecuniarie in Danimarca, Francia, Islanda, Norvegia, Paesi Bassi, Svezia e a livello regionale in Tasmania (vietato l’incitamento all’odio). Con un emendamento allo Hate Crimes Bill approvato dal Congresso nell’ottobre 2009 e denominato Matthew Shepard Act, gli Stati Uniti d’America hanno stabilito che la violenza causata da odio basato sull’orientamento sessuale costituisce un reato federale.
Ecco la nota:
Desidero intervenire per chiarire il senso delle affermazioni apparse su facebook e fugare ogni dubbio sul rispetto dei principi di uguaglianza, pari opportunità e non discriminazione cui mi sono sempre ispirato. Principi che vanno pienamente coniugati col pluralismo delle idee e la libertà di espressione.
Ritengo utile sottolineare, per completezza di informazione, che, da tempo, sono preso di mira sui social e offeso dal presidente dell’Arcigay, da tanti falsi buonisti e da taluni sostenitori del Sindaco di Messina Accorinti. In diverse occasioni durante l’esame in commissione e prima del voto in aula del provvedimento riguardante il registro delle unioni civili, frange di sostenitori di tale provvedimento, conoscendo ampiamente la mia posizione, debitamente documentata, non in linea con la loro, hanno assunto atteggiamenti di sfida nei miei confronti e rivolto gli insulti che io riporto nel virgolettato del mio profilo di fb.
Ma io non sono né omofobo né razzista né troglodita né sessista !!! Perché un credente come me non può e non deve essere tale. Ed io esprimo appunto le posizione di un credente. Punto.
Politicamente parlando, invece, ho sempre creduto che il pluralismo fosse il principio cardine del partito democratico, e che alla base dello stesso fosse posta la massima,di volteiriana memoria: “disapprovo quel che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo “. Eppure, oggi mi ritrovo a dover scagionare la mia persona solo per aver esplicitato un mio pensiero, da credente, su un social network. È curioso che chi oggi invoca tolleranza sia il fautore di una campagna mediatica denigratoria atta a delegittimare il mio operato e il mio ruolo istituzionale. L’imposizione di un solo punto di vista, in democrazia come nella vita, a prescindere dall’oggetto del contendere, è sempre un segnale di notevole decadimento. La maieutica, il confronto sofistico, invece, fanno e arricchiscono le varie anime identitarie di un partito che in Sicilia continua ad apparire disattento sulle vere questioni che interessano la città di Messina e la Sicilia.
Vorrei che si chiarisca, una volta per tutte, che non sono il promotore di una legge omofoba, ma un semplice assertore dei principi tradizionali di famiglia. Ciò non significa negazione di qualsivoglia diritto in merito. Sono sempre stato favorevole ad un’estensione dei diritti anche alle coppie di fatto e/o omosessuali. Ciononostante, sono contrario ad ogni forma di ostentazione della propria sessualità, qualunque essa sia, nonché alle adozioni gay perché se è un diritto avere il proprio orientamento sessuale, lo è ancor di più per un bambino l’essere cresciuti ed educati da un uomo e da una donna, secondo una logica tradizionale avallata peraltro dal legislatore. E questo è un punto di vista condiviso anche da molti – certo, non da tutti – omosessuali con cui ho avuto modo di interagire e con i quali ho avuto modo di stringere durevoli legami di amicizia.
Al Segretario Regionale on. Raciti proferisco sommessamente che ritengo l’eventuale provvedimento di sospensione proposto oltremodo inopportuno. E sono certo che la Commissione di Garanzia lo respingerà. Auspico un immediato incontro con il Segretario al fine di chiarire personalmente la mia posizione, por fine ad un battage che non ha motivo di continuare,evitando ulteriori polemiche dannose all’immagine del partito. Senza continuare a farsi tirare dalla giacchetta da soggetti spariti dall’immaginario politico ed ancor prima che il sottoscritto possa prendere decisioni affrettate sull’orientare in altro partito il mio consistente elettorato.
Ai membri del mio partito che, con i loro atteggiamenti inverecondi, volti a denigrare la mia persona, hanno costruito un “caso politico”, dico soltanto questo: avere il coraggio delle proprie idee non è un atto di codardia, ma un valore che voi non potrete sopprimere. Ogni essere umano, laico, cristiano o ateo che sia, parla in base alla propria prospettiva. Il pensare in modo diverso non trasforma in nemici!
Affermo con convinzione che in un partito pluralista lo spazio per chi appalesa con coerenza il proprio credo o la propria fede cristiana non possa essere negato o disprezzato. L’ipocrisia è un atto di viltà, il diritto di esprimere il proprio pensiero in una logica di tolleranza, è un principio costituzionalmente garantito. E questo, fa la differenza.
“Imperai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti” (Luigi Pirandello)