L’ abbiamo notata attraverso i vostri commenti, l’ abbiamo sentita vivendo la strada, l’avvertiamo come un’esigenza di una società viva e presente ai fatti della città: la necessità di andare oltre il “pensiero unico” spesso veicolato dalle agende politiche e commerciali che tanto influenzano la stampa. Una tensione verso la modernità e la centralità euromediterranea che spesso rimbalza su muri di gomma di un tessuto sociale impoverito da anni di soffocamento di qualsivoglia pensiero “non veicolato” da chi ha retto fin qui le dinamiche del potere.
“Se lo faccio vedere esiste, se lo scrivo esiste, altrimenti non c’è”. Internet ha strappato, ha lacerato, le maglie di una comunicazione a senso unico, riportando il ruolo dell’informazione alle proprie radici. Ma alla moltiplicazione delle notizie (che ha messo in crisi la carta stampata) non è seguita un’altrettanto forte pluralità. E come aveva già compreso Leonardo Sciascia, nel suo “Nero su Nero” all’uniformità dei giornali nazionali, l’unica garanzia di libertà resta l’informazione locale.
“La lettura dei giornali mi da neri pensieri. Neri pensieri sui giornali appunto, sul giornalismo. I giornali mi si parano davanti come un sipario. Più esattamente come un velario, poichè qualcosa di quel che si muove dietro, degli oggetti che ci stanno, della scena che si prepara, la lasciano intravedere. Solo che ci vuole un occhio abituato. Non acuto, che non basta. Esperiente. Di un’esperienza che non tutti hanno.
C’è poi – continua Sciascia – impressionante l’uniformità. Qualche differenza nel riferire i fatti si può cogliere. Ma raramente nel giudizio sui fatti. Parlo, naturalmente, dei giornali più diffusi. Tra i piccoli e meno diffusi la valutazione dei fatti muta da giornale a giornale. Dovremmo abituarci a leggere i piccoli e meno diffusi e a trascurare quelli dalle alte tirature?”
Ecco perchè Messinora da questa settimana, sulla scorta di un rinnovato impegno nel servire i lettori e offrire quanto più possibile una pluralità di informazioni, ha deciso di “allargare” i punti di vista, grazie alla collaborazione di uomini e donne impegnati e attenti alle vicende cittadine, ma non solo. Da un lato le cronache, dall’altro il gusto della critica, dell’opinare, del dovere della memoria.
Daremo spazio alle diverse sensibilità e le competenze che questa città offre, grazie alle penne di Saro Visicaro, Alessandro Russo, Salvatore Vernaci, Pietro Saitta, Maria Andaloro, Annalisa Vezzosi, Sergio Di Prima ed altri che si avvicenderanno sulle nostre pagine, per animare e argomentare il dibattito pubblico di cui questa nostra Messina appare assetata, fornendo spunti per riflettere o semplicemente per non dimenticare.
Eroi della conoscenza o dell’incoscienza…crediamo che funzione del giornalismo sia anche leggere la contemporaneità attraverso lo sguardo di chi la vive. Con laicità. In piena libertà.
Senza presunzione, ci piace ricordare un proverbio arabo che recita più o meno: “Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità.
Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero”.
Buone letture. (@Pal.Ma)