Una conferenza stampa scandita da applausi di spettatori non qualificati, in un clima teso tra la Curia e i giornalisti, verso i quali sono state utilizzate dal Vescovo parole dure, nonostante la palese volontà di utilizzare questa occasione per fare chiarezza sulle proprie dimissioni. Dopo quasi sette anni nella Chiesa di Messina, “troppo grande e troppo ricca” per un vescovo “logorato nel fisico e nello spirito”, Monsignor Calogero La Piana si è mostrato in tutta la sua fragilità, spiegando come da tempo meditava la non facile decisione di lasciare il servizio affidatogli da Papa Benedetto nel 2009.
“Servire il popolo di Dio richiede energia fisica, forza morale, presenza spirituale” – ha detto La Piana in un discorso spesso interrotto da singhiozzi trattenuti in gola – con fatica interiore e profonda sofferenza ho consegnato lo scorso 16 maggio una lettera al Santo Padre che ha compreso la mia richiesta di servire la Chiesa con un ruolo più consono alle mie possibilità”.
“Mi sono speso e logorato mettendo a rischio la mia salute, il resto sono illazioni – ha dichiarato La Piana – L’unica cosa di cui mi si può accusare è di essere stato me stesso e non l’arcivescovo che qualcuno voleva”.
Accusando spesso di “superficialità e leggerezza” i giornalisti, chiamati “costruttori di falsità e menzogne”, la conferenza è andata avanti, dando spazio alle domande dei presenti. Era infatti importante, ancorchè comprendere la visibile stanchezza psicofisica del prelato, se ci fossero relazioni tra le sue dimissioni e alcune vicende che hanno messo a dura prova la chiesa messinese. Il Vescovo ha escluso qualsiasi ammanco milionario nelle casse della Curia, che però, “come ogni famiglia soffre il periodo di crisi”. I nervi sono però saltati alla domanda su quanto possa aver creato imbarazzo il coinvolgimento di ambienti della Chiesa messinese nelle vicende delle elargizioni da parte di TirrenoAmbiente tramite l’ex sindaco di Mazzarrà Salvatore Bucolo, spesso in compagnia dell’attuale presidente della Caritas Giuseppe Brancato, oggi assente. “E’ stato scritto il vero. Bucolo era un giovane seminarista e ha mantenuto i rapporti, le amicizie. Ma quale testa è saltata? E’ saltata la testa dei giornalisti! – ha detto La Piana in un impeto di rabbia – La mia testa da anni medita queste scelte, e non salta perchè è arrivato Bucolo o perchè hanno scoperto delle irregolarità o perchè lui per amicizia si è permesso di dare 2 mila euro di contributo ad una parrocchia gestita da un compagno di seminario. Son questi gli 8 milioni? Son questi i soldi che ci hanno permesso di risanare i buchi? Quali buchi?”.(vedi video)
L’intervento è stato dunque seguito da quello del Vicario Padre Tanino Tripodo, che, minacciando querele, ha chiesto ai giornalisti di “non aprire file” che non fossero inerenti alla “rinuncia del vescovo al governo della Diocesi”. “Il vaso è colmo – ha ribadito il Vicario, che al termine della conferenza stampa ha dichiarato la speranza che “falliscano tutti i giornali”.
Tralasciando dunque anche gli scandali sessuali che hanno coinvolto la chiesa messinese negli ultimi due anni (su cui nessuno ha avuto il tempo di chiedere se siano stati un ulteriore gravoso peso da sostenere per il Vescovo, tanto da indurlo a rimettere il suo mandato) le domande hanno riguardato anche il clima avvelenato per la circolazione di lettere anonime, il malessere diffuso, “strane eredità”, gelosie tra sacerdoti. Si cercava infatti di poter spiegare quali possano essere quei “motivi diversi” oltre a quello di salute che lo stesso vescovo ha indicato come causa di un logoramento evidente. “Le lettere anonime ci sono sempre state – ha spiegato -solo che adesso è cambiato lo stile: si mandano prima ai giornali”.
“Non ho mai mostrato interesse nel fare carriera – ha concluso Monsignor La Piana – e anche in questa occasione avrei preferito andare via in silenzio. Sono qui solo perchè costretto dall’affetto dei fedeli a dire parole di verità in un momento così delicato”.
Giovedì 1 ottobre alle 17.30 in Cattedrale ci sarà il saluto della Chiesa messinese all’arcivescovo. (@Pal.Ma)