Parte una nuova stagione di teatro alla Sala Laudamo e parte il laboratorio teatrale DAF – Teatro dell’Esatta Fantasia “Progetto Parola Pasolini” di Angelo Campolo, ispirato a Teorema di Pasolini, di cui ricorre il 40° anno della morte. Dopo aver selezionato il definitivo nucleo di attori under 30 che anima il laboratorio da cui verranno realizzati tre differenti spettacoli, diretti da tre diversi registi, la sperimentazione teatrale fa un passo in avanti, coinvolgendo anche un gruppo di giovani migranti, coordinati da Clelia Marano, con la collaborazione di Alessandro Russo, minori tutelati degli avvocati Carmelo Picciotto e Paola Magaudda.
Negli incontri che si stanno tenendo alla Sala Laudamo emergono storie, vite, tradizioni che faranno da ispirazione alla realizzazione del primo spettacolo liberamente tratto da Teorema, testo che, infatti, fa emergere la problematica dell’Altro, visto come ospite, straniero.
Sono un gruppo di circa 15-20 ragazzi, hanno un’età che si aggira tra i 16 e i 17 anni, provengono dal Mali, Sengal, Nigeria, Ghana. Hanno fisici dirompenti, spalle larghe e sorrisi aperti. Hanno occhi patinati, sguardi che riescono a comunicare in maniera diretta e potente ciò che hanno da dire e che è difficile comprendere in una lingua che non è la nostra. Hanno ritmo nella gambe e nella mani che fanno scalpitare sul palco, che, forse, non avrebbero mai pensato di calcare. Si parla di influenze musicali, artistiche, esperienze: due di loro, nel classico gioco del “telefono senza fili”, hanno il compito di trasmettere agli altri ragazzi le storie che hanno voluto scrivere. Ed è in questo passaggio, nel viaggio della parola, nel transito della comunicazione, che si perdono pezzi, frammenti che inevitabilmente fanno crollare le coordinate di comprensione e conoscenza e rivelano la difficoltà estrema della traduzione.
Si passa dal racconto di una leggenda del Mali che narra di una promessa di matrimonio mancata, realizzata, poi, con l’intervento magico di un uccello attraverso una canzone, alla storia personale di un ragazzo che a 15 anni perde la madre ed è costretto a fuggire dai maltrattamenti della sua matrigna. Racconta il viaggio, la scoperta e la speranza di una nuova vita, una vita combattuta tra fatica e sopportazione. “Quando sarò felice mi fermerò, lì dove sarò felice sarà il posto in cui vorrò stare”, dice uno di loro.
Chi è, dunque, lo straniero che bussa alla porta? È con tale domanda che il laboratorio di Angelo Campolo dovrà fare i conti per una ricerca che parte e va oltre Pasolini stesso “Incontrarsi per far cosa? – si chiede Campolo – Una ricerca drammaturgica modello “inchiesta televisiva” per scavare nei dettagli di vite sconquassate? No, grazie, non qui, dove non c’è e non cerchiamo una linea di demarcazione tra “giusto” e “sbagliato”. Niente pasoliniani elogi della sconfitta. Forse vittoria e sconfitta sono concetti da storicizzare, ormai, sostituiti da “sopravvivenza” o “cancellazione”. Vita o deserto. Il teatro per cui mi piace lavorare è quello della vita, che non nega il dolore, anzi ci va in contro senza freni per compiere un balzo micidiale e superarlo. Con questi ragazzi per i primi due incontri abbiamo dato spazio alla “lingua del teatro” fatta di corpo, musica e ritmo”.
La partecipazione di un gruppo di giovani migranti al laboratorio teatrale è solo la prima di una serie di attività, di cui la DAF – Teatro dell’Esatta Fantasia è promotrice, che hanno l’obiettivo di inserire i minori nel contesto sociale messinese, grazie alla collaborazione volontaria ed a titolo gratuito di professionisti e non della mediazione culturale, valorizzando inclinazioni, attitudini e talenti di ognuno di loro, affinché Messina non sia solo un luogo di transito, ma fornisca anche le condizioni per una crescita culturale e sociale. Le prossime attività di integrazione spazieranno dalla fotografia alla cinematografia, fino alle arti visive, musicali e sportive. (Clarissa Comunale)