Dopo vari e inutili tentativi di fare recedere Poste Italiane dalla decisione di chiudere gli uffici postali di San Saba, Cumia, Pezzolo e Altolia, avvenuta lo scorso 7 settembre, l’Amministrazione comunale ha dato incarico ad un legale per presentare ricorso al Tar di Catania, a tutela del pubblico interesse e con carico di responsabilità nei confronti dei soggetti per l’attività e gli atti posti in essere in violazione delle disposizioni che disciplinano la materia, tenuto anche conto dei danni derivanti alla collettività dell’interruzione del pubblico servizio.
Il provvedimento restrittivo infatti si palesa in contrasto con l’art. 2 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico 7 ottobre 2008 per quanto riguarda l’Ufficio Postale di Pezzolo. I presupposti su cui lo stesso si fonda risultano essere erronei; pertanto si ritiene che Poste Italiane non avrebbe espletato un’appropriata istruttoria finalizzata a verificare la sussistenza dei requisiti previsti nel citato Decreto Ministeriale per l’eventuale chiusura dello sportello postale di Pezzolo.
Si ritiene, infatti, che, come si evince dalla documentazione inoltrata dal Dipartimento Mobilità Urbana del Comune di Messina, prot. n. 206269 del 4 settembre 2015, la distanza chilometrica tra l’ufficio di Pezzolo e quello di San Placido Calonerò (ufficio più vicino) è superiore a 6 Km. La chiusura dello sportello di Pezzolo e delle altre sedi comporta gravi disservizi soprattutto per i residenti anziani, che si ritrovano a non poter usufruire di servizi essenziali e a dover affrontare frequenti e difficili spostamenti distanti che per molti risultano particolarmente gravosi.
Il provvedimento di chiusura, per quanto sopra esposto, risulta quindi assunto in violazione di legge ed ha costretto il Comune di Messina ad adire le vie legali a tutela degli interessi della collettività.
In Italia sono oltre 50 i Comuni che hanno presentato ricorso contro il piano di razionalizzazione dei piccoli uffici postali per ottenere la sospensiva rispetto al piano delle chiusure con tempi che alla fine hanno avuto inevitabili ripercussioni sui cittadini.
In alcuni casi il Tar ha già deciso, sempre a favore dei Comuni.