“Una scelta incomprensibile” secondo l’onorevole Giovanni Ardizzone, quella attuata ieri dai parlamentari dell’Ars che , con in testa il presidente Rosario Crocetta, hanno scelto di non accogliere la proposta di referendum abrogativo degli articoli 38 e 35 dei decreti “Sblocca Italia” e “Sviluppo”. Obiettivo della proposta avanzata dai pentastellati era bloccare le trivelle di petrolio che interesseranno l’area siciliana tra territorio e mari circostanti. Stando ai dati attualmente disponibili, fino ad ora, sarebbero 47 le richieste che riguardano la Sicilia ma la nostra non è l’unica regione interessata. “Menomale che altri consigli regionali si sono già pronunciati in questi giorni a favore del referendum, per cui l’iter non si fermerà”, prosegue il presidente dell’assemblea regionale. Basilicata, Marche, Puglia, Molise e Sardegna, infatti, hanno già detto sì al referendum, al contrario della Sicilia.
Si tratta di “una prostrazione a Renzi”, secondo Giorgio Ciaccio (M5S), che contesta aspramente il voto di ieri.
Spetta alla portavoce cinquestelle messinese Valentina Zafarana, comunicare dal suo profilo social i nomi di chi ha votato “ a favore delle trivellazioni in Sicilia (vedi foto).
Feci bene”, continua la parlamentare, “ a consegnare un cappello da petroliere texano a Crocetta che sta ancora seduto sulla più alta poltrona siciliana a rappresentarvi! Supini a Renzi -lei in realtà scrive sarcasticamente #Renzie – votano perché si spurtusi la nostra terra. Non meritano nulla, nulla”. E via di hashtag #LaSicilianonsispurtusa , corredato da #sdegnoerabbia .
Un Pd compatto che fa fronte unico per dire sì a quelle trivellazioni che, solo qualche anno fa, il Governatore non avrebbe mai menzionato nei suoi tanti discorsi ambientalisti, da campagna elettorale. Curioso riprendere le affermazioni rese appena pochi mesi fa dal presidente a “Presa Diretta”, programma Rai che, lo scorso inverno, ha dedicato proprio uno spazio a questo argomento.
“Sulle trivellazioni ci sono circa tre miliardi che producono migliaia di posti di lavoro, l’impatto occupazionale tra occupazione che rimane e quella nuova è intorno ai diecimila posti di lavoro”. Touchè, toccare il tema del risvolto occupazionale è sempre positivo per intiepidire gli animi di indignati occasionali. La cosa divertente (o meglio, che sarebbe tale se non fosse grave) è che Crocetta non ha firmato solo il protocollo con Assomineraria e compagnie petrolifere varie motivandolo con un “Perchè non dovremmo estrarre? C’è una regione al mondo che non estrae il petrolio? No. Perchè chiunque ha una ricchezza la utilizza”. Esiste, infatti, un secondo protocollo che il leader de Il Megafono ha siglato ed è quello con Greenpeace due anni prima, contro le trivellazioni a mare offshore, nel Mediterraneo. “Si ma non è che si riferiva al petrolio siciliano”, chiarì -goffamente- al tempo. “L’appello di Greenpeace dice che noi dobbiamo limitare le estrazioni, e certo che noi dobbiamo limitarle ma non capisco perchè dobbiamo limitarle solo in Sicilia”. Quindi ok la limitazione ma siccome altrove si continua a trivellare e il Canale di Sicilia non interessa solo la nostra regione ma anche realtà come la Libia e la Tunisia “non mi pare che ci troviamo di fronte ad un accordo internazionale che vieta le estrazioni nel Canale di Sicilia”. Confuso? No, probabilmente, in quell’occasione fu solo impreparato a dare risposte coerenti, non immaginando che sarebbe stato colto in fallo. Del resto, si sà, Crocetta può! Oppure, semplicemente per Re Saro la questione è tutta solo economica, ma in modo superficiale, un modo che non considera il costo dell’impatto ambientale, tra gli altri.
“Contrastare l’estrazione di petrolio siciliano non raggiunge nessun obiettivo perchè poi il petrolio arriverà dall’Iran, arriverà dall’Iraq. L’unica cosa che abbiamo fatto è danneggiare ulteriormente l’occupazione e lo sviluppo economico in Sicilia”. Insomma, no trivelle, no party! Non vuoi sbucherellare a destra e sinistra? Allora non vuoi che la Sicilia abbia una florida economia, in soldoni.
“E se succede un incidente, come nel Golfo del Messico?” gli chiese il giornalista. Ma con nonchalance Crocetta seppe cosa dire: “Noi non abbiamo mai avuto un disastro ambientale petrolifero”. Ah però. Rassicurante.
Dunque che fare? C’è chi ci ride su e monta un video (“Crocetta e la trivella”) che su Youtube ha già oltre 18.000 visualizzazioni e che inneggia al paesaggio al grido di “c’è rimasto solo il mare e lasciatecelo stare” (vedi video https://youtu.be/7987LYzuJtw )
La realtà è che il titolo più azzeccato per questa situazione è: “non ci resta che piangere”.