“Anche se non voglio Accorinti Sindaco ho il dovere di riflettere sulle conseguenze della sfiducia. Comprendo la delusione di molti cittadini, soprattutto di quelli che per votare contro Genovese hanno preferito Accorinti ed adesso si sentono traditi, ma questa città deve essere sostenuta e non distrutta”. A parlare il consigliere comunale Pippo Trischitta, che con il collega PierLuigi Parisi ha organizzato una conferenza stampa per motivare le ragione di un “no” da parte di Forza Italia sulla richiesta di sfiducia avanzata da Piero Adamo, attualmente a caccia di firme.
L’avvocato forzista non ha gradito la mossa di Vento dello Stretto, sottolineando che comunque si tratta solo di una proposta di intenti, poichè del documento non vi è alcuna traccia.
La sfiducia, tra le tante conseguenze negative messe in conto da Trischitta, “determinerebbe, con la decadenza immediata di Sindaco, giunta e consiglio e la nomina di un unico commissario che per 10 mesi, da solo ed a suo piacimento, farebbe quello che hanno fatto gli ultimi tre commissari, cioè niente ; la chiusura di tutti gli assessorati ed il blocco di tutte le richieste di finanziamento e dei progetti in corso, con un danno che ho stimato in almeno 50 milioni di euro; la sicura bocciatura del piano di riequilibrio da parte della Corte dei Conti con contestuale dichiarazione di dissesto e relative gravissime conseguenze; il licenziamento dei 52 lavoratori ATO e dei precari del comune”.
Meno cauto, ma comunque attendista, Pierluigi Parisi, che aspetta gli esiti dell’approvazione da parte della Corte dei Conti del Piano di Riequilibrio. “Se dovesse giungere una bocciatura, è evidente che la sfiducia sarebbe quasi un atto automatico”
“La responsabilità – conclude Trischitta – viene prima della rabbia e della vendetta”.