Una inchiesta è stata aperta sulla morte di Antonio Gangi, l’operaio 52enne di Taormina deceduto lunedì sera, in un incidente sul lavoro che si è verificato sulla nave d’appoggio alla piattaforma petrolifera ‘Vega’. L’incidente è avvenuto a bordo della nave di stoccaggio Fso Leonis in gestione all’armatore Tea Shipping. L’ operaio taorminese era dipendente della ditta Somak. Il corpo senza vita dell’uomo è stato ritrovato nel gavone di prua della nave, che normalmente nella Fso Leonis è vuoto, e nel quale erano state programmate regolari attività di manutenzione.
Disposta l’autopsia da parte del sostituto procuratore Alessia La Placa, titolare con il procuratore Carmelo Petralia dell’inchiesta della Procura di Ragusa, aperta per individuare eventuali responsabilità ed accertare le cause del decesso, che vede iscritti diversi indagati per omicidio colposo.
Le indagini sono state delegate alla Capitaneria di porto, ma arriveranno a Pozzallo anche esperti del settore inviati dal ministero dell’Energia che avranno parte attiva negli accertamenti.
«Vega» è la più grande piattaforma petrolifera fissa mai realizzata nell’off-shore italiano. Il campo «Vega», 60% di Edison in qualità di operatore e il restante 40% di Eni, è collocato a circa 12 miglia a sud della costa meridionale della Sicilia, al largo di Pozzallo. Comprende una piattaforma denominata «Vega A «per lo sfruttamento del giacimento petrolifero, e un deposito galleggiante, ovvero la nave di stoccaggio di 110 mila tonnellate ricavato dalla trasformazione della ex-petroliera «Leonis» in «Fso» (Floating – Storage – Offloading).
Il galleggiante è ormeggiato a una mono boa situata a circa 1,5 miglia dalla piattaforma e ad essa collegata tramite condotte sottomarine.