La scommessa dell’ex. Ormai ci siamo. E’ stata un’estate lunga e calda, che ha tutto sommato avuto un dolce epilogo: il Messina è dei messinesi e chi l’avrebbe mai detto? Non certo Pietro Lo Monaco, reduce da due scommesse perse di fila: la prima con il progetto giallorosso, se di progetto possiamo parlare, la seconda con una città più volte schernita, sulla quale non avrebbe puntato più neanche un euro e, secondo lui, sulla sua falsa riga chiunque fosse stato sfiorato dall’idea di rilanciare la biancoscudata nel calcio che conta.
Meglio tardi che mai. E invece oggi siam qui a parlare di Lega Pro, di mercato e di calcio in procinto di essere giocato: con un pizzico di ritardo ma mai come questa volta il detto “meglio tardi che mai” ce lo sentiamo sulla pelle. Si perchè “mai” sarebbe coinciso con la fine del calcio in città e addio sogni di gloria; “tardi” coincide con il presente del Messina targato Stracuzzi e soci, oggi eroi, ieri “strazzati”, una società che, pian piano, sta costruendo con tanta volontà e tenacia, la stessa dimistrata anche quando sembrava che la nave stesse già arenando verso la serie D, un progetto di rinascità e di messinesità. Quella buona e non quella che si contraddistingue in negativo: anche questa, per certi versi, sarà una scommessa tutta da vincere. E chi la dura, la vince.
Messinesità. La caparbietà di insospettabili messinesi ha operato quasi un miracolo. Insospettabile il sereno e pragmatico Natale Stracuzzi, nuovo presidente, insospettabile il sostegno dei suoi partenrs e onorevolmente encomiabile la caparbietà di ragazzo ex calciatore-idolo che non ce la faceva proprio a restare nel calcio che conta senza indossare indumenti giallorossi. Così Arturo Di Napoli si è ripreso i fregi regali di Re Artù e non sappiamo con quale piglio ha voluto a tutti i costi tirare dai fondali la squadra che, ora sembra certo, gli ha dato di più da calciatore e da uomo. Ragazzo milanese che si innamora di Messina: sembra quasi una barzelletta per noi messinesi. Ma i viaggi al contrario esistono. E forse i forestieri ci amano di più di quanto ci amiamo noi stessi? Il ragazzo di Rozzano con la testardaggine sicula ora ce l’ha fatta. Il giocattolino è ancora un vita è sarà lui a pilotarlo. in quest’ottica comincia una nuova sfida: con i messinesi Stracuzzi, Olivieri, Manfredi detto Lello, Argurio e un manipoli di atleti che, a quanto ci risulta, hanno apprezzato con entusiasmo la fragranza che emana il profumo di messinesità. Tutto questo sembra già un successo, speriamo sia una lezione sportiva e sociale. Buona fortuna a tutti.
Pronti, partenza, via. L’esordio con il Monopoli è l’inizio di un’avventura nata non per caso, forse sotto una buona stella. Un mercato costruito in fretta da un direttore sportivo, Cristian Argurio, messinese, pronto a lasciare un incarico appena intrapreso ad Agrigento per correre verso casa: ad un altro messinese d’adozione, Arturo Di Napoli, è stata consegnata una squadra che ha ancora bisogno di rodaggio ma che ha già dimostrato di poter diventare un buon gruppo: il mix di under ed elementi di esperienza allenati dal bomber dei tempi d’oro, che può contare tra gli altri su un portiere di sicuro affidamento chiamato Alessandro Berardi, uno dei pochi professionisti a salvarsi nella scorsa (disatrosa) annata, non si pone limiti quando pensa agli obiettivi per la stagione già cominciata, ma ancora ai nastri di partenza per il Messina che ha ottenuto la proroga da parte della Lega per evidenti motivi logistici.
Come i delfini. A pensarci bene, una tranquilla salvezza varrebbe quasi una promozione per una città che solo fino a qualche settimana fa aspettava di agonizzare sulla riva del mare, un po’ come fanno i delfini quando percepiscono che la morte si avvicina.
@RobertoFazio @CiccioManzo