Stasera al Teatro Antico di Tindari “Edipo e Giocasta” con Caterina Vertova ed Edoardo Siravo

Una Giocasta consapevole dell’incesto, interpretata magistralmente da Caterina Vertova, sarà la protagonista del nuovo appuntamento del Festival “Teatro dei due Mari”, in scena stasera martedì 18 agosto, alle 21.15, nel suggestivo scenario del Teatro Antico di Tindari, con lo spettacolo “Edipo e Giocasta”: una rilettura contemporanea e inedita di una delle trame più antiche e affascinanti della mitologia greca.

Basata sul testo della scrittrice contemporanea Dimitra Mitta, la rappresentazione ribalta l’intreccio dell’opera di Sofocle e punta la lente d’ingrandimento sulla complessità della figura di Giocasta, un personaggio di solito ai margini della tragedia che diventa motore e perno dell’intera vicenda,  definendo un concetto rivoluzionario dell’essere donna, moglie e madre. Obiettivo del regista Stefano Molica, infatti, è quello di analizzare e capire cosa succede nell’anima e nel cuore di un grande personaggio femminile del Teatro Classico di cui ad oggi si è solo “accennato” attraverso la storia di Edipo.

A causa di una tremenda profezia, Giocasta, regina di Tebe, sposa Edipo, suo figlio, che allo stesso tempo è anche l’assassino di Laio, primo marito della donna e padre di Edipo stesso.

Nessuno conosce questa terribile verità ad eccezione di Giocasta. Solo lei è consapevole di tutto quello che è successo e di tutto quello che accadrà; solo Giocasta è capace di capire le oscure manovre del fato ed è in grado di sostenere le conseguenze delle azioni altrui.

Da questa consapevolezza acquisita emerge una figura di donna costretta a diventare forte per far fronte alla violenza: obbligata ad abbandonare suo figlio, non perde l’occasione di riappropriarsene una seconda volta, consapevolmente fa dei figli con lui e lo rende felice fino al momento in cui viene messa a repentaglio la sua stessa indipendenza.

Estremamente contemporanea, la Giocasta raccontata da Molica è una donna sicura di sé e artefice del proprio destino, che inneggia alla possibile libertà di diventare madre “con il seme di un altro uomo” e alla necessità di una “sorte diversa e distinta” di una moglie rispetto al proprio marito.

A fare da contraltare a Giocasta, un Edipo sperduto e delirante, interpretato da Edoardo Siravo,  deve cercare di rielaborare se stesso o rimanere schiacciato dalla personalità di una donna potente e passionale. Sostenuto dalla figlia Antigone, che accetta di essere altro da sé per compiacere un padre cieco e malato, Edipo perderà ogni punto di riferimento e sarà costretto a vagare per il mondo cercando di reinventare la sua realtà.

«La drammaturgia del regista Stefano Molica  – si legge nelle note di regia – si concentra su un uomo e una donna. E il ribaltamento del mito è conseguenza del ribaltamento dei ruoli nella nostra società. La donna occupa sempre di più una posizione centrale e rivendica la capacità e il diritto a decidere per sé; l’uomo è smarrito, in crisi, confuso come il nostro Edipo, privato del suo potere. Non decide più né per lei né per se stesso. I luoghi del racconto diventano astratti, scarnificati, con un denominatore comune che è il letto-palcoscenico. Perché questo è il fulcro attorno al quale Giocasta ed Edipo continuano a girare: il teatro e il letto sono i due luoghi in cui si ritrovano gli aspetti della vita di uguale e opposta valenza».

 

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