Che il diritto alla salute sia imprescindibile e costituzionalmente garantito e che questa garanzia interessi tutto il territorio italiano e non solo le province che qualcuno inserisce nella categoria di serie A, non deve essere noto al governo regionale.
Se le misure adottate dall’ex assessore alla sanità, Lucia Borsellino, non andavano giù a parecchi addetti ai lavori, c’è da immaginare che la situazione non migliori sotto la guida di Baldo Gucciardi.
La new entry dell’esecutivo palermitano, con decreto datato 5 agosto, ha rimodulato la distribuzione dei fondi organici destinati alle aziende della Regione. Nessuna variazione al budget globale, quel che cambia è il modo in cui il denaro sarà spalmato. Tanto per cambiare è Messina la realtà penalizzata.
Al comparto sanità della città dello Stretto sono previste infatti riduzioni ammontanti a 11,3 milioni di euro. Alle aziende sanitarie del territorio messinese è stato chiesto di provvedere dunque ad adeguare le proprie piante organiche entro il 30 settembre sulla base delle novità di bilancio. Nello specifico, alla provincia nostrana sono stati scippati 3,7milioni per l’Asp, 6 milioni in meno a Papardo-Piemonte e 1,6 al Policlinico universitario.
È andata bene all’IRCCS Bonino Pulejo a cui è stato concesso un aumento, in considerazione degli ulteriori 100 posti letto. Chiaramente se la spesa generale prevista per le strutture dell’intera regione non cambia ma a Messina spetta uno smacco simile è perché se qualcuno viene penalizzato, qualcun altro trae giovamento da questa razionalizzazione. Infatti, se l’azienda ospedaliera universitaria messinese ha subito oltre 1 milione e mezzo di tagli, al contrario, a Palermo e Catania ne sarebbero stati destinati in più rispettivamente 1,6 e 1,8 milioni. (@eleonora.urzì)