Quarto appuntamento con Forte Teatro Festival: in scena, davanti ad un pubblico numeroso, il clou del cartellone è Ascanio Celestini con “Racconti d’estate – Storie e controstorie”.
Grande attesa per l’artista romano, ormai da più di quindici anni sulla scena teatrale italiana (il debutto nel 1998 con “Cicoria. In fondo al mondo, Pasolini”) e dal 2006 anche in tv con Serena Dandini, che però delude le aspettative al San Jachiddu. ll suo è uno spettacolo a metà tra teatro narrativo e cabaret: le barzellette, tra le altre, sugli ebrei, sulla vita di coppia e sul razzismo (banale mettere in mezzo anche i carabinieri) un’ interminabile rivisitazione metaforica della tradizione orale legata a Giufà (gentile omaggio alla Sicilia), ma delle fiabe per adulti, quelle che dovrebbero provocare la risata amara ed invitare alla riflessione, nemmeno l’ombra.
Non c’è la solita satira politica nelle parole dell’attore romano, ma a mancare sono anche i contenuti concreti. Scenografia inesistente, pochi giochi di luce, un solo microfono a far compagnia all’attore: ma questo è tipico di Celestini che, fra un sketch e l’altro, spicca soltanto nei due monologhi in cui tema assoluto è lo sdoppiamento e l’ansia di essere: “in due non riusciamo a fare una persona sola”, con i miei due io, con i suoi due lei, una serie di riflessioni fra il serio ed il faceto.
Ritmo pieno e incalzante, sprazzi di Celestini, per il resto la disconnessione fa da padrona all’amalgama della scrittura.
Alla serata era presente anche Renato Accorinti, con il quale Ascanio Celestini si è intrattenuto a lungo prima e dopo lo spettacolo. Prossimo appuntamento sabato 25 con “120 chili di jazz” di César Brie. (foto di Paolo Galletta) @RobertoFazio