Una seduta di consiglio aperta, questo chiedono con una nota alla Presidente Emilia Barrile, i consiglieri Piero Adamo, Antonella Russo e Giuseppe Trischitta. Provenienze partitiche diverse ma un comune denominatore tra loro: sono tutti e tre avvocati. E proprio per via della loro professione possono facilmente immaginare le conseguenze che la possibile soppressione della Corte d’Appello di Messina avrebbe. Proprio per discutere di questo argomento, i consiglieri hanno proposto un incontro al quale partecipassero, oltre al sindaco della città, anche tutta la deputazione regionale e nazionale, i rappresentanti di ANM, il consiglio dell’ordine degli avvocati e il personale amministrativo del settore giustizia. Lo scopo, oltre al mero dibattito sull’impatto che ciò avrebbe, è di impegnare pubblicamente la politica e le sue rappresentanze a “porre in essere ogni iniziativa utile al mantenimento della Corte d’Appello di Messina”, la cui soppressione è stata ipotizzata dal Governo, nell’ambito del programma di riorganizzazione del settore giustizia. Adamo, Russo e Trischitta, sottolineano come, finora, siano stati inoltrati al Governo numerosi documenti relativi all’opportunità e la necessità di mantenere la sede messinese ma, “ad oggi, tai sollecitazioni non hanno avuto una concreta risposta da parte del Governo centrale che, viceversa, sta proseguendo nel proprio disegno di razionalizzazione”, scrivono.
Riusciranno i politici messinesi ad impegnarsi affinché almeno questo scippo non venga perpetrato?
Nel giorno in cui alcuni dei deputati regionali si schierano apertamente contro l’accorpamento dell’autorità portuale locale con quella di Gioia Tauro, scrivendo al ministro Delrio, un altro sacco alla città spunta fuori dal piano riformista del governo romano che, evidentemente, non deve avere tanto a cuore Messina.