Sfiducia a Crocetta? Il Presidente senza maggioranza. Storie della Sicilia gattopardiana

Rosario Crocetta

Mala tempora currunt: sopra Palazzo D’Orleans il cielo è decisamente plumbeo; per Crocetta non tira certo una bella aria. Mentre il suo governo, di settimana in settimana, perde pezzetti, anche sull’appoggio degli alleati della prima ora, il Presidente non può più dirsi certo, anche se le sue dichiarazioni in pieno stile “io sono io…“, che da subito gli sono costate lo sfottó “Crocetta puó”, non lasciano trasparire ombra di preoccupazione sullo stato di salute della sua permanenza a capo dell’Isola. Se ne va anche Lucia Borsellino, lasciando la delega alla sanità che detiene sin dall’insediamento dell’Esecutivo regionale; ma queste dimissioni, secondo gli osservatori più attenti, potrebbero costituire il “colpo di grazia”, il punto definitivo all’età di Re Saro.

Il Pd si spacca e il supporto del partito (and friends) sembra venir meno al Presidente il cui futuro sarà certamente oggetto dei due incontri democrat (gruppo e direzione) che si terranno tra oggi e sabato. Se da una parte le opposizioni strofinano le mani pensando già al “dopoCrocetta” e il renziano Fabrizio Ferrandelli propone la sfiducia al governo (pur non ricevendo alcuna adesione ufficiale, allo stato attuale) corredata da tanto di hashtag su Twitter (#iolastacco), il Pdr suggerisce un rimpasto generale per mettere un punto e ricominciare. Intanto l’ex sindaco di Gela appare imperturbabile e per nulla preoccupato del domani che, sembra essere certo (e la storia recente gliene dà atto) lo vedrà ancora serenamente a capo della Regione. Nessuna preoccupazione nonostante, di fatto, a Crocetta, in questo momento, manchi l’elemento fondamentale per mantenere la governance: una maggioranza. Dal canto suo, intanto, non manca di attaccare il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone che paragona a Lima e Ciancimino, tanto per non farsi mancare niente. Insomma di farsi degli amici o tenere buoni quelli che (tecnicamente) amici sono, non pare fregarsene granchè. Ora tutto sta a comprendere se la sua serenità sia frutto di una tracotanza da sprovveduto o se invece non celi la consapevolezza di avere assi che, presto o tardi, verranno fuori dalla sua manica. Del resto, questa spocchia da Highlander, fino ad ora, è sempre stata premiata: fino ad oggi, infatti, la sua reggenza, passando per ammutinamenti e crisi intestine, insuccessi e scandali, è sopravvissuta nonostante tutto; una governance “immortale” nonostante i colpi subiti.

E’ dunque plausibile ritenere che quello a cui stiamo assistendo sia soltanto l’ennesima pioggerellina estiva, al termine della quale resta solo un po’ d’acqua sull’asfalto e niente più e non il temporale catastrofico che qualcuno propugna. Una pioggerella dopo la quale verrà cambiata qualche poltrona e ballato un valzer che coinvolga alleati di ieri o di domani, in pieno stile siciliano gattopardiano: tutto cambia perché nulla cambi.

(@eleonoraurzi)

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