Era il luglio del 2013 quando di passaggio alla Ex casa del Portuale occupata dal collettivo Pinelli, il famoso street-artist Blu dipinse un gigantesco murales trasformando in una vera e propria opera d’arte un edificio in stato di abbandono.
Oggi quel “contenitore” politico e culturale è stato svuotato (sebbene sia in corso una occupazione priva di rivendicazioni, dunque priva di significato per la collettività) e quella testimonianza di un momento storico è stata deturpata e violata più volte: nell’agosto del 2013, e successivamente a dicembre 2014.
Ma l’amministrazione non vuole rinunciare a questa eredità artistica, e proprio in questi giorni l’assessore Tonino Perna, nel ribadire la ferma condanna dell’atto vandalico, ha annunciato che si impegnerà a ripristinarla “nei modi e nelle forme da concordare con l’artista Blu”. L’operazione di recupero rientrerà nell’ambito del progetto “Centro di Competenza – Ottoeventi “Street Art – Linguaggi Urbani Contemporanei”, con un evento che si avvarrà di finanziamenti regionali.
Blu (riconosciuto tra i dieci street artist viventi più importanti del mondo) ha regalato quest’opera alla collettività, interpretando alcune delle contraddizioni di questa terra, partendo dal mare: gli sbarchi, la chiesa cattolica, i naufragi esistenziali di ogni individuo. Il mare di Blu è un contenitore di vita e spazzatura, con uomini che abboccano ignari e nudi ad un’ancora a forma di croce, il pesce spada con l’arpione saturo di immondizia e il barcone-città industriale che porta tutto via.
Già a settembre del 2013 Sergio Todesco, allora neoassessore della Giunta Accorinti, sottolineò l’importanza artistica dell’inaspettato dono, rivolgendosi alla Sovrintendenza per chiedere la tutela dell’opera. Un’attenzione che proseguì anche dopo lo sgombero attraverso l’intervento del parlamentare Vincenzo Garofalo che, sebbene distante politicamente dall’esperienza dell’occupazione, si dichiarò favorevole alla tutela del murales. (@pal.ma.)