Ci sono anch’io. Tra passione, sacrifico e impegno sociale, Rosario Presti è una storia tutta da raccontare

Non solo Vincenzo Nibali, Tony Cairoli o Annarita Sidoti, recentemente scomparsa. Nel firmamento dello sport messinese un posto lo merita anche Rosario Presti, campione indiscusso di Muay Thai, fresco del quinto titolo mondiale conquistato pochi giorni fa davanti al suo pubblico, nella sua Messina. Una vittoria che rappresenta il culmine di una serie di match internazionali disputati in giro per il mondo che hanno consacrato il prestigio di questo atleta messinese che di certo non gode dello stesso ritorno mediatico di altri illustri nomi dello sport locale, senza nulla togliere a quanto fatto e senza rinnegare il lustro dato alla nostra città con le loro imprese.

Non da meno è Saro Presti, in arte “The Sicilian Don”. Discipline diverse, storie diverse: dei suoi titoli sappiamo già, ma Saro è anche un ragazzo umile e divertente, sempre con il sorriso sul volto e ben disposto a parlare di sè e della sua passione, la Muay Thai. Quella stessa passione che lo ha spinto ad aprire la Golden Fighter, la palestra in cui accoglie decine di ragazzi che come lui hanno un sogno, tanto talento e magari pochi soldi in saccoccia, e che lo porta a tenere un corso alla Ugo Foscolo, la scuola occupata dal collettivo Pinelli, mettendo a disposizione esperienza e talento a costo zero. L’impegno sociale in una città che offre poco a giovani promesse delle discipline sportive e che li costringe spesso a viaggiare in cerca di fortuna, lasciando la propria terra, può far tanto. Rappresentare un’ occasione di riscatto: è questo ciò che ha in mente Saro, grande amante della città dove è nato e vive tutt’ora, ma comunque deluso per ciò che non ha potuto dargli. Prima dell’incontro con la Muay Thai, avvenuto a 18 anni, una vita non semplice come ogni ragazzo che non gode di una buona stella; poi il viaggio in Belgio per lavorare con lo zio: lì il confronto con altri lottatori locali e nuovi metodi d’allenamento che lo fanno crescere tecnicamente, prendere coscienza del proprio talento e cambiare visione della propria vita: Messina resta sempre casa, ma il mondo non è più una meta sconosciuta.

Oggi Rosario Presti è un uomo nuovo, con un figlio di due anni (Pietro) che gli ha cambiato la vita e per il quale vorrebbe diventare un’icona: “penso sempre a lui, anche quando combatto. Mi ha aiutato tanto nella mia disciplina, non lo deluderò”. Sacrificio e Passione sono i due segreti del successo perchè “di soldi, specie all’inizio, non se ne vedono molti”. Il futuro? Un’estate di meritato riposo, poi gli impegni ad Ottobre, quando volerà a Panama per combattere contro Cosman. Ma anche la CUD/TST Promotion, co-fondata con il manager olandese Clyde Van Dams.

Accanto a lui, seduti al bar, c’è Mario Argento, suo giovane atleta di punta ma soprattutto amico. Ne parla con orgoglio il pluricampione messinese che di pensare anche agli altri proprio non può farne a meno: 24 anni e un curriculum di livello, costellato dalle importanti vittorie negli incontri con il belga Koumei e Wiston, cat. 70 kg, il primo nell’evento di domenica, il secondo in Olanda, oltre ad essere arrivato secondo nelle universiadi di Messina nel 2012. In odore di partecipazione alla Tatneft Cup del 2016, “la champions league della Muay Thai” spiega Saro, chissà che Mario possa ripercorrere le orme dell’amico e maestro Presti, diventando anch’egli motivo di vanto di una città piena di giovani talenti destinati a sentirsi figli di nessuno e costretti sempre a guardarsi altrove per trovare la propria chanche. Nemo propheta in patria. @RobertoFazio

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