MayDay: Forte Ogliastri “profondo come il mare” (video)

Ci sono giornate così cariche di simbolismi e ricorrenze che se ne perde il senso. L’UnoMaggio è una di queste date: la retorica del lavoro che ora è quello che manca, Portella delle Ginestre e la storia di Salvatore Giuliano, l’Expo bluff col suo carico di strategia della tensione che sancisce ancora una volta quanto il potere si serva dello scontro sociale per distrarre dalla realtà, il “concertone” di Piazza San Giovanni sempre più mainstream mentre a Taranto si balla con gli operai dell’Ilva, chiedendosi se il lavoro e la salute sono davvero due elementi della vita di un uomo che si escludono a vicenda.

Ma pur sempre dibattendo di salsicciata in tempo di veganesimo, o del  sindaco Accorinti (che da Marzabotto al primomaggio è ormai l’icona pop  di un modernariato di sinistra mai demodè), a Messina abbiamo registrato una voglia di sana partecipazione e di risveglio primaverile.

Sarà che la crisi mette in moto meccanismi di autodifesa, sarà che meglio stare “a casa” perchè viaggiare costa, ma i messinesi si sono ricordati del mare, dei colli, di quei terrazzi panoramici che sono i forti. Così una diversa “urbanità” si è manifestata negli spazi di una città contraddittoria e per questo stimolante.

Poi ci sono quei momenti che il tempo lo fermano. E in questo primomaggio messinese la musica è stata come spesso accade un collante generazionale che è sembrato un grido di riscatto. Perchè l’esperimento di Forte Ogliastri, al netto di ritardi che meriterebbero un capitoletto a parte (perchè potevano essere evitati con una più equa distribuzione del lavoro), è stato un luogo di aggregazione e scambio, di confronto e di gioia.

Una manifestazione evidente di quanto talento circola in molti ambiti, di quanta bellezza ancora abbiamo da riscoprire e valorizzare.

“Siamo in tanti ci nascondiamo di notte per paura degli automobilisti” cantava Dalla, che ha riecheggiato con Big Mimma e Demo Mode in quel mare profondo che è l’animo umano, in quello scenario dello Stretto che continua a resistere, perchè i forti non hanno perso la naturale vocazione alla difesa. (@Palmira.Mancuso)

 

 

 

 

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